Rumori, versi e parole registrate nel garage all’ora del delitto: potrebbero rivelare la verità o restare un enigma irrisolto.
Rimini – Un audio registrato dalla telecamera nel garage di via del Ciclamino potrebbe cambiare le carte in tavola nel giallo dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023. Le perizie fonometriche, ancora in attesa di deposito formale, promettono di essere un elemento cruciale per gli investigatori della Squadra Mobile di Rimini, guidati dal commissario capo Marco Masia, e per la difesa di Louis Dassilva, il 34enne senegalese in carcere dal 16 luglio 2024 come unico indagato per il delitto. Ma ciò che emerge dalle analisi è tanto intrigante quanto ambiguo: rumori, versi e voci che potrebbero rivelare la verità o restare un enigma irrisolto.
Il focus si concentra su due momenti chiave. Il primo è la sera dell’omicidio, intorno alle 22.13, quando Pierina è stata aggredita in un’azione fulminea durata appena 11 secondi. Secondo quanto trapela, una perizia fonometrica commissionata dalla Procura avrebbe isolato una voce maschile, distinguibile dopo le urla strazianti della vittima. Un suono grezzo, descritto come una sorta di verso, che, una volta raffinato tecnicamente, sembrerebbe assumere la forma di parole rivolte alla donna agonizzante. Ma il nodo resta: queste parole sono comprensibili? E, soprattutto, possono essere attribuite con certezza a qualcuno? Gli inquirenti, così come gli avvocati di Dassilva, attendono risposte che potrebbero confermare o smentire l’accusa.
Non meno sorprendente è un secondo dettaglio emerso dalla stessa registrazione: una voce femminile, captata anch’essa nella sequenza dell’aggressione. È Pierina stessa, la cui voce potrebbe essere alterata dal dolore e dalla paura? O c’era un’altra donna presente nel garage quella sera? La domanda ha preso corpo durante l’incidente probatorio di Manuela Bianchi, nuora della vittima e indagata per favoreggiamento. Il pm Daniele Paci, riferendosi a questa risultanza, ha chiesto alla donna di confermare la sua versione: era davvero in casa al terzo piano con il fratello e la figlia al momento del delitto, come ha sempre dichiarato? Manuela ha ribadito di sì, ma il dubbio permane, alimentato dall’ombra di quella voce misteriosa.
Un altro frammento audio entra in gioco: la mattina del 4 ottobre, tra le 8.09 e le 8.20, quando Manuela scoprì il cadavere della suocera e chiamò i soccorsi dopo 11 minuti di silenzio. Qui, la telecamera avrebbe registrato l’apertura della porta tagliafuoco e una conversazione, già al centro delle indagini precedenti, che ha portato all’iscrizione della Bianchi nel registro degli indagati. Ma è sulla sera del delitto che si gioca la partita decisiva, con le perizie fonometriche che potrebbero ridisegnare lo scenario e influire sulla custodia cautelare di Dassilva, la cui difesa punta su questi elementi per chiederne la scarcerazione.
Le voci isolate – quella maschile e quella femminile – sono davvero il “suono della verità”, come sperano gli inquirenti, o solo rumori destinati a rimanere senza un’identità precisa? La risposta dipenderà dalla chiarezza delle perizie e dalla loro capacità di collegare quei suoni a persone reali. Per ora, il garage di via del Ciclamino resta un luogo di segreti, dove ogni registrazione sembra aprire più interrogativi che certezze. La parola passa ora ai tecnici e al giudice, mentre il destino di Louis Dassilva – e forse la verità su chi ha ucciso Pierina – resta appeso a un filo sonoro.