Sentita questa mattina in Questura, la donna non ha convinto gli inquirenti. Il buco temporale di quattro minuti prima del ritrovamento del cadavere: ha parlato con Dassilva?
Rimini – Svolta nell’indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne assassinata con 29 coltellate il 3 ottobre 2023 e il cui corpo è stato scoperto la mattina successiva nei garage di un complesso residenziale in via del Ciclamino, a Rimini. Manuela Bianchi, nuora della vittima, inizialmente ascoltata dagli inquirenti come testimone, è stata ufficialmente iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento. Secondo l’accusa, la donna avrebbe fornito dichiarazioni non veritiere sulle circostanze del ritrovamento del cadavere dell’anziana, appartenente alla comunità dei Testimoni di Geova.
Bianchi, 53 anni, moglie di Giuliano Saponi, si è presentata al Palazzo di Giustizia di Rimini intorno alle 9.15 di questa mattina. Dopo circa un’ora, è trapelata la notizia della sua iscrizione tra gli indagati da parte del sostituto procuratore Daniele Paci, titolare dell’inchiesta. Fin dall’inizio della giornata si era intuito che qualcosa di rilevante sarebbe accaduto: a differenza del solito, la donna è stata fatta entrare attraverso un accesso secondario, accompagnata dalla sua avvocata, Nunzia Barzan, e dal consulente Davide Barzan.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Bianchi – che intratteneva una relazione extraconiugale con Louis Dassilva, attualmente unico imputato per il delitto – avrebbe fornito versioni contraddittorie sin dalle prime fasi dell’inchiesta. Coordinati dal vicequestore Marco Masia, gli agenti della Squadra Mobile hanno notato incongruenze nel suo racconto: la donna aveva dichiarato di aver scoperto il corpo della suocera da sola, senza riconoscerlo immediatamente. A seguito della macabra scoperta, avrebbe chiesto aiuto a un vicino e, solo successivamente, sarebbe andata a bussare alla porta di Dassilva prima di tornare nel garage e allertare i soccorsi.
Tuttavia, questa ricostruzione sarebbe stata smentita dalle prove raccolte, in particolare da un’analisi fonica su una telecamera di sorveglianza installata in un garage del complesso. L’esame temporale effettuato dagli inquirenti mostra che Manuela Bianchi ha lasciato la palazzina alle 7.50 del 4 ottobre per accompagnare la figlia a scuola. Alle 8.06 è rientrata nel condominio, con la sua auto ripresa dalla telecamera della farmacia San Martino – la stessa che la sera prima avrebbe immortalato Dassilva dopo il delitto.
Alle 8.09, una telecamera di un garage ha registrato il rumore della serranda basculante (presumibilmente quella del box di Bianchi) che si abbassa, mentre alle 8.10 si sente l’apertura della porta tagliafuoco, seguita dal ritrovamento del corpo. Solo alle 8.15 la donna ha chiesto aiuto ai vicini e cinque minuti dopo ha contattato il 112. Secondo la Procura, in quegli istanti Dassilva potrebbe essere stato presente, impedendo alla sua amante di urlare e forse intervenendo sulla scena del crimine per alterare le prove.