Omicidio Paganelli, due fotogrammi smontano l’alibi di Louis Dassilva

L’operaio senegalese vicino di casa della vittima, nonché amante della nuora, smentito dalle telecamere di sorveglianza: sette minuti dopo il delitto era fuori dal suo appartamento.

RIMINI – Louis Dassilva, accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, ha sempre dichiarato che il giorno del delitto, alle 19, sarebbe tornato a casa senza più uscirne. Alcuni fotogrammi di una telecamera di sorveglianza, installata in una farmacia vicina al condominio di via del Ciclamini 31, fanno vedere l’uomo inquadrato dall’occhio elettronico alle 19.26 del giorno 3 ottobre 2023, data in cui è stata ritrovata cadavere l’ex infermiera di 78 anni. Dassilva ricorda male l’orario o l’orologio dell’hard-disk ha avuto qualche problema? Si vedrà ma se l’indizio verrà confermato la posizione dell’operaio senegalese si aggraverebbe notevolmente. Anzi sarebbero due in particolare i fotogrammi che avrebbero immortalato Dassilva.

Louis Dassilva

Il primo lo ritrae alle 19.26 mentre cammina nei pressi della farmacia. Mancano quasi tre ore al delitto, ma per gli investigatori della Squadra mobile il reperto è importante. L’uomo aveva riferito al Pm Daniele Paci (ma anche durante alcune interviste in tv) di essere rientrato nella propria abitazione alle 19 e di non essere più uscito di casa dopo quell’ora per tutto il resto della giornata, fino al mattino successivo.

Un secondo fotogramma, estrapolato dai filmati registrati dalla stessa telecamera, lo ha immortalato davanti alla farmacia poco dopo le 22.17, sette minuti dopo l’orario dell’omicidio di Pierina. La polizia ha analizzato per bene anche l’abbigliamento del sospettato, i medesimi indumenti che Dassilva avrebbe indossato fino all’indomani mattina. L’operaio, a quanto si vede dai video, indossa una t-shirt bianca a maniche corte, un pantalone grigio di una tuta e scarpe nere con suola bianca. Quando, però, gli investigatori chiedono all’indagato di consegnare i vestiti indossati quella sera, l’uomo si sarebbe presentato con una maglietta bianca ma a maniche lunghe, un jeans nero e scarpe bianche.

La polizia è riuscita comunque a recuperare gli abiti di cui si tratta, ma soltanto un mese dopo, rilevando che erano stati tutti lavati. Erano sporchi di sangue? Il 22 luglio scorso gli uomini della Mobile riminese sono tornati per l’ennesima volta al civico 31 di via del Ciclamino per altri rilievi scientifici sulla scena del crimine, vicino al box auto dove Pierina, alcuni istanti prima di essere sorpresa e uccisa con 29 coltellate, aveva parcheggiato la sua Fiat Panda, dopo l’incontro con i Testimoni di Geova. All’indomani del delitto i saggi del gruppo religioso avrebbero dovuto giudicare Manuela Bianchi, anche lei facente parte della congrega, per la sua relazione extraconiugale con l’odierno indagato, che aveva acquistato un biglietto aereo per il Senegal, proprio alcuni giorni prima del delitto.

L’uomo ripreso dalla telecamera della farmacia

Dassilva voleva fuggire dopo la mattanza? La moglie Valeria Bartolucci si dice convinta dell’innocenza del marito e lo difende a spada tratta:

”Quel biglietto era stato acquistato anche per me – ha rivelato in tv la moglie di Dassilva – sarei dovuta partire anch’io. Quel biglietto è in essere da agosto 2023. Quando le cose si sono messe male a ottobre, nel senso che è successo il fatto, se Louis avesse avuto intenzione di fuggire poteva farlo anche la prima settimana dopo. Poi siamo andati in agenzia di viaggi e lo abbiamo bloccato. Per il ritorno, invece, facevano i rimborsi e allora noi abbiamo detto: se va bene, va bene e abbiamo l’andata, se va male che non possiamo fare il viaggio perderemo solo i soldi dell’andata. Se lo bloccavamo a gennaio ce lo rimborsavano. E ce l’hanno rimborsato. Ecco perché adesso figura un biglietto aperto”.

Valeria Bartolucci

Questi particolari, però, rafforzerebbero il movente, secondo gli inquirenti sempre più convinti che l’uomo avrebbe voluto impedire a Pierina di ostacolare la permanenza della sua amante nell’appartamento di via del Ciclamino che la donna divideva con il marito Giuliano Saponi, a cui la vittima era molto legata. Ma c’è di più: Dassilva avrebbe voluto evitare che la moglie scoprisse la relazione extraconiugale e Pierina rappresentava dunque un pericolo vivente, una sorta di bomba ad orologeria che prima o poi sarebbe esplosa. Nonostante le risultanze a suo carico Louis Dassilva si proclama innocente ma resta in carcere. L’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Pm Daniele Paci durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi il 18 luglio scorso. Intanto è stato isolato un Dna sui vestiti della vittima, il campione biologico verrà comparato con quello dell’indagato.

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