Omicidio Paganelli, Dassilva resta in carcere. Il giudice: “È il probabile killer”

Respinta dal Gip la richiesta di scarcerazione del senegalese: “Gli indizi convergono su di lui”.

Rimini – Louis Dassilva, 35enne senegalese accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, resterà in carcere. Il gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’uomo, Riario Fabbri e Andrea Guidi. La 78enne pensionata fu trovata morta nell’ottobre 2023 nei garage del condominio di via del Ciclamino, a Rimini, colpita da 17 coltellate. Secondo il giudice, gli indizi convergono su Dassilva come “altamente probabile” assassino, smontando la tesi difensiva che puntava su Manuela Bianchi, nuora della vittima indagata per favoreggiamento, e suo fratello Loris. Ma il caso potrebbe avere una svolta: il 17 aprile il Tribunale del Riesame di Bologna rivaluterà la custodia cautelare, dopo che la Cassazione aveva chiesto un nuovo esame delle prove.

Nell’ordinanza di rigetto, il gip Cantarini è netto: “Non esistono elementi per una pista alternativa. Tutti gli indizi, letti come un mosaico, conducono a una conclusione: è altamente probabile che Louis Dassilva sia l’assassino di Pierina Paganelli. Le prove includono la testimonianza di Manuela Bianchi, ex amante di Dassilva, che lo collocò nei garage al momento del ritrovamento del corpo, raccontando di averlo visto intimarle di non fare rumore e di cercare aiuto da un vicino. A supporto, ci sono perizie foniche e dati tecnici, come i “passi” registrati sul cellulare della vittima, che il gip considera coerenti con l’accusa. Dassilva, arrestato il 17 luglio 2024, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

I legali Fabbri e Guidi avevano presentato una memoria difensiva che contestava la credibilità di Manuela Bianchi, descrivendola come inaffidabile per la sua infedeltà e ipotizzando un coinvolgimento di lei e del fratello Loris nell’omicidio. Secondo la difesa, i due avrebbero avuto moventi legati a dissidi familiari, ma il gip ha bocciato questa ricostruzione. “La tesi si basa su pregiudizi morali, dipingendo Manuela come bugiarda perché infedele”, scrive Cantarini, aggiungendo che le presunte incoerenze nel racconto della donna sono “apparenti e spiegabili”. Inoltre, sia Manuela che Loris hanno alibi solidi, e non emergono moventi plausibili. Il gip ha anche corretto l’interpretazione difensiva dei dati tecnici, definendola in parte errata.

Manuela Bianchi, nuora di Pierina e indagata per favoreggiamento, è una figura chiave del caso. La donna, che viveva nello stesso condominio della vittima, ha ammesso una relazione extraconiugale con Dassilva, interrotta prima dell’omicidio. La sua testimonianza, raccolta nel marzo 2024, ha dato il via all’indagine contro il senegalese, ma ha anche sollevato sospetti su di lei. La Procura ritiene che Manuela possa aver taciuto informazioni rilevanti, ma non la considera coinvolta direttamente nell’omicidio. La difesa di Dassilva, invece, insiste nel dipingerla come possibile mandante o complice, un’ipotesi che il gip ha escluso per mancanza di prove concrete.

Pierina Paganelli, vedova e madre di Giulio Bianchi, fu uccisa con ferocia la notte tra il 3 e il 4 ottobre 2023. Il suo corpo fu trovato nei garage condominiali da un vicino, allertato da Manuela. L’autopsia rivelò 17 coltellate, inflitte con un’arma mai ritrovata, e segni di una colluttazione. Il caso, inizialmente un mistero, ha monopolizzato l’attenzione di Rimini, con indagini che hanno scandagliato la vita della donna, descritta come riservata ma in buoni rapporti con la famiglia. Le tensioni tra Pierina e Manuela, emerse da intercettazioni, erano legate a questioni domestiche, ma non tali da giustificare un omicidio, secondo gli inquirenti.

Nonostante il rigetto del gip, la partita non è chiusa. Il 17 aprile 2025, il Tribunale del Riesame di Bologna esaminerà nuovamente la custodia cautelare di Dassilva, dopo che a gennaio la Corte di Cassazione aveva annullato l’ordinanza di arresto, ordinando un approfondimento sugli indizi. I legali Fabbri e Guidi confidano in una scarcerazione, puntando sulle presunte lacune investigative e sulla testimonianza di Manuela, che definiscono contraddittoria. Il Riesame potrebbe ribaltare la decisione di Cantarini, liberando Dassilva o disponendo misure meno restrittive, come i domiciliari. Intanto, la Procura di Rimini prepara nuovi accertamenti, incluse analisi su tracce biologiche trovate sulla scena.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa