Formalizzata l’accusa contro il 35enne senegalese, che avrebbe ucciso per impedire alla pensionata di scoprire la sua relazione con la nuora.
Rimini – La Procura di Rimini ha notificato la chiusura delle indagini per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage del condominio di via del Ciclamino. Il sostituto procuratore Daniele Paci ha formalizzato l’accusa di omicidio volontario contro Louis Dassilva, 35enne senegalese in carcere dal 16 luglio 2024. L’imputazione è aggravata da premeditazione, motivi abbietti, crudeltà e aver agito in orario notturno, sfruttando condizioni di tempo, luogo e persona che hanno ostacolato la difesa della vittima.
Secondo la Procura, Dassilva avrebbe agito per impedire che Pierina scoprisse la sua relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora della vittima e moglie del figlio di Pierina, Giuliano Saponi. La paura che l’anziana potesse ingaggiare un investigatore privato, come aveva fatto in passato per l’ex marito, sarebbe stata il movente. La crudeltà dell’omicidio, con 29 coltellate, e l’orario notturno, che ha reso Pierina più vulnerabile, sono tra gli elementi che aggravano la posizione dell’indagato.
Un elemento cruciale dell’accusa è la testimonianza di Manuela Bianchi, raccolta durante un incidente probatorio davanti al gip Vinicio Cantarini. Bianchi, indagata per favoreggiamento e assistita dall’avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, ha riferito di essere stata avvisata da Dassilva la mattina del 4 ottobre 2023 della presenza di un cadavere nel garage. L’uomo le avrebbe indicato come comportarsi con polizia e 118, suggerendo di abbracciare un vicino per sviare i sospetti. Questa versione, ritenuta credibile dal gip, ha rafforzato il quadro accusatorio, nonostante la difesa di Dassilva, rappresentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, contesti l’attendibilità della donna.
Inizialmente, un video della “cam3” di una farmacia vicina al condominio sembrava inchiodare Dassilva, ripreso alle 22.17 del 3 ottobre. Tuttavia, un incidente probatorio dell’11 febbraio 2025 ha escluso che fosse lui, per incompatibilità di altezza, sollevando dubbi sulla prova. Nonostante ciò, nuovi elementi, come un’analisi fonometrica che conferma un dialogo tra Dassilva e Bianchi nel garage, hanno consolidato l’accusa. L’assenza di DNA di Dassilva sul corpo della vittima, dovuta alla degradazione dei campioni, non ha scalfito l’impianto accusatorio. Gli inquirenti cercano ancora l’arma del delitto, mai ritrovata.
Dassilva, che si proclama innocente e ha dichiarato di essere “venuto in Italia per cercare fortuna, non guai”, attende l’udienza del 22 maggio 2025 al Tribunale del Riesame di Bologna, dove la difesa chiederà la scarcerazione dopo il rigetto del gip Cantarini.