Accolto il ricorso del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo: annullata con rinvio la custodia in carcere per lui, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi e l’imprenditore Giuseppe Cipriano.
Salerno – Un nuovo capitolo si apre nell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica assassinato il 5 settembre 2010. Ieri sera, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, rappresentato dall’avvocato Ilaria Criscuolo, annullando con rinvio l’ordinanza cautelare che disponeva la custodia in carcere per lui, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi e l’imprenditore Giuseppe Cipriano. La decisione, che segue la chiusura delle indagini da parte della Procura di Salerno pochi giorni fa, rimanda gli atti al Tribunale del Riesame di Salerno per una nuova valutazione.
L’omicidio di Vassallo, crivellato da nove colpi di pistola mentre rientrava a casa ad Acciaroli, è rimasto irrisolto per oltre un decennio. La svolta sembrava essere arrivata il 7 novembre 2024, quando i carabinieri del ROS di Roma hanno arrestato quattro persone – Cagnazzo, Cioffi, Cipriano e l’ex pentito Romolo Ridosso – accusate di concorso in omicidio con l’aggravante camorristica. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, il movente sarebbe legato alla scoperta, da parte del sindaco, di un traffico di droga nel porto di Acciaroli, che Vassallo intendeva denunciare. Gli indagati, inoltre, avrebbero orchestrato un depistaggio per sviare le indagini iniziali.
Il gip di Salerno e il Tribunale del Riesame avevano confermato la custodia cautelare, ma il ricorso di Cagnazzo ha ribaltato il provvedimento. La Cassazione ha ravvisato profili da approfondire, disponendo un riesame delle accuse e delle misure restrittive. Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, all’epoca in servizio a Castello di Cisterna e in vacanza ad Acciaroli al momento del delitto, è accusato di aver depistato le indagini, orientandole verso un falso colpevole, lo spacciatore Bruno Humberto Damiani, detto “il brasiliano”.
Lazzaro Cioffi, ex brigadiere dell’Arma, già condannato a 15 anni per traffico di droga a Caivano. Avrebbe collaborato con Cagnazzo nel depistaggio e nella protezione del giro di stupefacenti. Giuseppe Cipriano, imprenditore di Scafati noto come “Peppe Odeon”, titolare di una sala cinematografica. Sarebbe legato al traffico di droga e al clan Loreto-Ridosso. Romolo Ridosso, ex affiliato al clan camorristico di Scafati e collaboratore di giustizia, accusato di aver partecipato all’organizzazione dell’omicidio.
Nonostante l’annullamento dell’ordinanza, Cagnazzo, Cioffi e Cipriano restano in carcere in attesa della nuova pronuncia del Riesame, che dovrà rivalutare il compendio accusatorio alla luce delle indicazioni della Cassazione. Ridosso, già detenuto per altri reati, non è coinvolto nel rinvio cautelare ma rimane indagato. La Procura di Salerno, che aveva chiuso le indagini il 3 aprile preparando la richiesta di rinvio a giudizio, si trova ora a un bivio: il riesame potrebbe confermare o smontare l’impianto accusatorio, aprendo scenari imprevedibili.