Omicidio a San Benedetto del Tronto, tre arresti dopo il regolamento di conti tra gang

Amir Bhenkarbuch, 24enne di Giulianova, ucciso a colpi di machete: un ferito in coma, indagini sulla faida tra gruppi rivali.

Ascoli Piceno – I carabinieri del Nucleo Radiomobile di San Benedetto e del Nucleo Investigativo di Ascoli, coordinati dalla Procura, hanno arrestato tre persone nelle ore successive allo scontro tra bande rivali che nella notte tra sabato e domenica ha insanguinato la Riviera delle Palme.

Due degli arrestati sono di Giulianova e legati alla vittima della violenza, il 24enne Amir Bhenkarbuch, colpito mortalmente all’addome. Si tratta di un italiano e di un cittadino romeno, entrambi suoi amici. Quest’ultimo, in particolare, è coimputato con la vittima in un processo per tentato omicidio risalente al 2023, quando i due avrebbero usato un machete in un’aggressione a Teramo. Dopo 14 mesi di carcere e due ai domiciliari, erano stati scarcerati nonostante il parere contrario della Procura di Teramo. Il terzo arrestato è un italiano di Grottammare, coinvolto nella rissa. Tutti e tre rispondono di rissa aggravata, ma per il romeno le accuse si aggravano con omicidio, tentato omicidio e lesioni.

Tutto è iniziato nella notte tra sabato e domenica, quando due gruppi – uno proveniente da Giulianova e l’altro da Grottammare – si sono scontrati all’interno dello Chalet Kontichi, nota discoteca sul lungomare nord di San Benedetto del Tronto, forse per motivi banali. Dopo essere stati allontanati dal personale della sicurezza, la tensione è esplosa fuori dal locale. Armati di coltelli e un machete, i giovani si sono affrontati in una rissa furiosa. Amir Bhenkarbuch, colpito mortalmente all’addome, si è accasciato vicino alla sua Fiat Panda, dove era arrivato con gli amici, spirando poco dopo nonostante i soccorsi del 118.

L’omicidio ha scatenato una “caccia all’uomo” che si è protratta fino a Grottammare, dove un altro giovane è stato ferito gravemente con una coltellata, tornando a casa prima di essere elitrasportato ad Ancona dove versa in coma farmacologico.

Gli inquirenti stanno ricostruendo la vicenda con l’ausilio delle telecamere di sicurezza del Kontichi – posto sotto sequestro – e di quelle lungo il lungomare fino a Grottammare. Decine di testimoni e persone vicine agli arrestati sono stati ascoltati, anche con la collaborazione dei carabinieri abruzzesi. La lite, inizialmente attribuita a futili motivi, potrebbe celare un regolamento di conti più strutturato, forse legato a vecchie ruggini tra i gruppi. Il ritrovamento dell’arma del delitto, un machete, resta un obiettivo cruciale per definire i ruoli dei tre fermati e di eventuali complici ancora in libertà.

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