La denuncia di Oreste Primatesta: “Il governo ci ha abbandonati”. Fino a giugno niente voli per l’Italia.
Sarebbero oltre cento gli italiani che si trovano bloccati in Sudafrica da più di due mesi, senza possibilità di rientro in patria nonostante i ripetuti tentativi. Tra loro, riporta il quotidiano La Stampa, c’è anche Oreste Primatesta, presidente degli albergatori del Lago d’Orta e suocero dello chef Antonino Cannavacciuolo, che denuncia la situazione in cui si trovano lui e gli altri connazionali.
Primatesta, insieme alla moglie Caterina, si trovava in Sudafrica per un viaggio tra turismo e affari, con l’obiettivo di visitare Stellembosch, nota località vinicola dell’interno. Tuttavia, il lockdown imposto dal governo sudafricano ha portato alla chiusura degli aeroporti, impedendo il loro ritorno in Italia.
Il 24 marzo, il tentativo di rientro fallisce all’ultimo momento: «Eravamo in aeroporto a Città del Capo, avevamo già fatto il check-in, quando l’altoparlante ha annunciato la cancellazione del volo. Da quel momento, le tratte verso l’Italia sono state completamente azzerate» racconta Primatesta.
L’imprenditore e gli altri italiani bloccati hanno cercato aiuto presso il Consolato di Città del Capo e l’Ambasciata italiana a Pretoria. «Il Consolato ci ha sempre risposto, ma ha precisato che la decisione spettava all’Ambasciata, dalla quale però non abbiamo avuto alcuna risposta concreta» spiega Primatesta.
Nel frattempo, il gruppo ha provato a organizzarsi autonomamente, prenotando a proprie spese un volo speciale con la Ethiopian Airlines, con scalo ad Addis Abeba e arrivo a Roma dopo 26 ore di viaggio. Anche questo tentativo è stato vanificato dalle restrizioni.
La frustrazione è crescente: «Non chiediamo voli gratuiti, siamo pronti a pagare il nostro rientro, ma non ci danno soluzioni. È incredibile come il governo italiano ci abbia completamente ignorati». Primatesta sottolinea inoltre il peso economico della permanenza forzata: «Anche se il cambio è favorevole, restare qui ha comunque dei costi significativi, oltre al fatto che molti di noi devono tornare al lavoro in Italia, soprattutto ora che la stagione turistica sta per ripartire».
La situazione resta incerta: fino a giugno non sono previsti voli per l’Italia, e i connazionali bloccati chiedono un intervento immediato delle autorità italiane per consentire il loro rimpatrio in sicurezza.