Nardella (Sappe): “In grado di ospitare potenzialmente altri 265 detenuti ad alta sicurezza, rispetto agli attuali 462 ed è pronto all’uso”.
L’Aquila – “È ufficiale. Il primo marzo segnerà una data storica per l’Abruzzo in particolare e per l’Europa in generale. Il nuovo padiglione penitenziario implementato nel carcere di Sulmona, in provincia dell’Aquila è in grado di ospitare potenzialmente ulteriori 265 detenuti ad alta sicurezza, rispetto agli attuali 462 ed è pronto all’uso”. Lo ha annunciato il vicesegretario generale del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria, Mauro Nardella. “Il suo varo ha una data: 1 Marzo 2025! Il tutto malgrado i tanti proclami avanzati sulla carenza degli organici, sulla logistica, sulla regolarità degli standard operanti sui vecchi padiglioni e chi più ne ha più ne metta, abbiano messo a nudo l’incapacità che si potrebbe avere nel gestirne il peso”.
Per Nardella a Sulmona “manca tutto ciò che dovrebbe avere un apparato così enormemente impostato al contenimento di un numero così elevato di mafiosi, ndranghetisti, camorristi, collaboratori. Basti pensare a un ospedale che, se tutto va bene, vede sbrigare le incombenze di un pronto soccorso, sempre più preso ‘d’assalto’ proprio dai detenuti quasi ordinariamente condotti in loco, in non meno di 6/8 ore per via del carico enorme di lavoro e della carenza organica operante anche nell’ambito del nosocomio locale. E con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza e contrappeso sociale. Da molto tempo, inoltre, non scendono a meno di 3 i detenuti in media ricoverati nelle strutture ospedaliere della provincia con un netto aggravio delle già gravi carenze organiche operanti nel settore”.
E ancora, sottolinea il sindacalista, “pesa e molto il ritardo della Regione nell’attivazione di un idoneo Osservatorio allo scopo. Si era proposto di incardinare in un unico sito ospedaliero, al fine di efficientare tutti i servizi esclusivi di questo ambito, rapportandoli ad una idonea razionalizzazione degli organici, i ricoveri dei detenuti di tutta la Regione. Tuttavia, ad oggi, il nulla cosmico. Non si hanno notizie di potenziamento degli organici dei medici, degli infermieri e degli operatori sociosanitario. Così come non si sa se nuovi ambulatori capaci di attirare gli specialisti in carcere anziché condurre i detenuti fuori sono stati pensati. Manca il sostegno della comunità esterna nell’elaborazione di progetti volti a rendere proficua l’impostazione da dare al trattamento intramurario”.