Il presunto assassino considerava di proprietà esclusiva quella donna che non l’amava più. Per il resto il solito, tragico copione: l’alterco violento, una parola di troppo e la pistola che spara. Ancora da chiarire la provenienza dell’arma e il tentativo di suicidio.
SAVONA – Le ha sparato in piena faccia per cancellarne la memoria, poi dice di avere tentato il suicidio con la stessa arma. Ma le cose sarebbero andate diversamente in questo ennesimo femminicidio che ha avuto per vittima Danjela Neza, 29 anni, di origini albanesi, cameriera presso il Circolo nautico savonese. Anche chi l’ha uccisa, Safayou Sow, 27 anni, aiuto cuoco guineano, lavorava nel medesimo locale di piazzetta D’Alaggio ma non voleva sentirne di chiudere la relazione sentimentale, per altro iniziata poco più di un mese fa, con quella bella ragazza che non l’amava più.
Il copione, infatti, è scontato e non conosce latitudini: chi considera la donna, come in questo caso, una proprietà esclusiva non tollera che le cose possano cambiare, che l’amore possa sfumare e finire. Il rifiuto di proseguire un rapporto già esaurito da tempo ha armato la mano dell’uomo che lo scorso 6 maggio, intorno alle 2 di notte, in piazza delle Nazioni, nel centro di Savona, ha premuto il grilletto della sua semiautomatica calibro 22 in direzione di Danjela con la quale aveva trascorso la serata sino a tardi.
I due avrebbero iniziato a litigare e l’alterco sarebbe durato a lungo sino a quando Sow avrebbe estratto l’arma, con matricola abrasa, facendo fuoco sulla giovane che si accasciava al suolo in un lago di sangue. Poi l’uomo avrebbe chiamato il 112 dicendo all’operatore di avere ucciso una donna e di venirlo a prendere. I due avevano imbastito una relazione sentimentale nel marzo scorso ma dopo alcune settimane Danjela aveva detto a Safayou di non amarlo più e dunque di troncare le loro frequentazioni. L’uomo non l’aveva presa bene e aveva chiesto alla ragazza di incontrarla più volte per chiarire i motivi che avevano portato la cameriera a chiudere quel rapporto ormai finito, almeno da parte sua.
Sul luogo di lavoro nessuno ha voglia di parlare ma sembra che l’aiuto cuoco e la ragazza ai tavoli, con regolare permesso per risiedere in Italia, fossero particolarmente apprezzati nonostante Danjela avesse qualche piccolo precedente e un ammonimento della questura, per una vicenda antecedente alla conoscenza di Sow. Subito dopo il delitto l’uomo è stato condotto in questura e, a caldo, avrebbe raccontato la sua versione dei fatti che, però, non convince gli uomini della Mobile savonese, diretti da Vito Innamorato e coordinati dal Pm Luca Traversa:
” Dopo il lavoro volevo vederla, ma lei ha detto no – ha raccontato Sow – sono andato a passeggiare sul lungomare e in un cespuglio ho trovato la pistola. Poi è stata lei a mandarmi un messaggio: va bene, vediamoci. Sono andato a farmi una doccia a casa e sono passato a prenderla. Dopo che mi ha insultato ho sparato alcuni colpi per aria perché non sono neanche capace a usarla, una pistola. Ho tentato di suicidarmi, non ci sono riuscito, allora ho chiamato il 112…”.
Gli inquirenti hanno poi effettuato un sopralluogo in casa del presunto assassino, reo confesso, difeso dall’avvocato d’ufficio Alessandro Stipo. L’uomo, residente nel nostro Paese da 9 anni, viveva con un’altra persona, già ascoltata dagli investigatori ma che conosce poco Sow con il quale divide solo l’appartamento senza avere alcun rapporto oltre il consueto buongiorno e buonasera, come si dice. Nella ricostruzione della Squadra Mobile le cose sarebbero andate diversamente. Vittima e assassino, quel sabato sera, avrebbero trascorso insieme diverse ore.
Qualche birra, un kebab, poi la lite. Lei, secondo la versione dell’uomo, l’unica sino a questo momento, gli avrebbe rivolto pesanti insulti dicendogli “Lo capisci che la mia famiglia non accetterà mai la nostra relazione?”. A quel punto Sow avrebbe fatto fuoco. Rimane da vedere anche come Sow si sia procurata la pistola anche perché appare assai improbabile il rinvenimento casuale dell’arma nel fogliame di un’aiuola. Chiarito questo aspetto, ai fini di contestare anche la premeditazione, Sow è stato accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi. L’uomo ha ripetuto la medesima versione dei fatti anche davanti al Gip Laura De Dominicis che ha siglato fermo e arresto.