Non più “figli di un Dio minore”: approvata la riforma della magistratura onoraria

La premier Meloni: “Un risultato storico che mette fine a un’attesa durata oltre 25 anni”. Il Pd: “Provvedimento incompleto”.

Roma – Considerati figli di un Dio minore per decenni, relegati ad attori di serie B della giustizia, oggi i giudici di pace hanno una riforma. Con 75 voti favorevoli, nessun contrario e 50 astenuti l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl recante modifiche alla disciplina della magistratura onoraria. Il provvedimento, collegato alla manovra di bilancio, riforma il regime giuridico, economico e previdenziale dei magistrati onorari e risponde anche a rilievi dell’Unione europea sull’infrazione 2016/4081 riguardo ai diritti lavorativi dei magistrati. “Voglio esprimere la mia più profonda soddisfazione – ha detto la premier Meloni – per l’approvazione definitiva della riforma della magistratura onoraria, che mette fine a una lunghissima attesa di oltre venticinque anni, riconoscendo i diritti retributivi, previdenziali e assistenziali di tante persone, finalmente garantite. Grazie a quanti si sono adoperati perché si arrivasse a questo storico risultato con un iter svoltosi in tempi davvero rapidissimi”. 

“Con l’approvazione definitiva in Aula al Senato, la riforma della Magistratura Onoraria è finalmente realtà. Un passo storico – dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario alla Giustizia – che mette fine a decenni di attese e restituisce dignità, diritti e tutele a migliaia di servitori dello Stato. Mai più figli di un Dio minore: abbiamo garantito loro stabilizzazione sino all’età pensionabile, tutele previdenziali e assistenziali, malattia, ferie, trattamento di fine rapporto e un giusto inquadramento retributivo. Un risultato che arriva al termine di un iter legislativo rapido ed efficace, concluso in soli nove mesi. Un’altra promessa mantenuta dal Governo Meloni, che ancora una volta dimostra con i fatti che la parola data ha valore”.

“Questo provvedimento chiude una pagina poco gloriosa del pianeta giustizia italiano. Per decenni – ha detto, intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin – la magistratura onoraria ha contribuito ad evitare il tracollo della macchina della giustizia italiana, sobbarcandosi oneri e responsabilità addirittura impropri, ma il suo ruolo sociale è stato a lungo misconosciuto, sono stati spesso dimenticati nelle ampollose inaugurazioni dell’anno giudiziario e il trattamento economico è stato indecoroso”. La senatrice Fdi, Giovanna Petrenga ha precisato che: “sono due essenzialmente i punti chiave della legge; in primo luogo si riforma il rapporto di lavoro dei giudici onorari chiarendo funzioni e compiti, in secondo luogo si dettano regole per il loro trattamento economico e previdenziale. Insomma, è un riconoscimento ad una categoria finora molto bistrattata e che da ora in poi potrà contare su certezze. Inoltre, adeguandosi alla normativa europea si evita una procedura di infrazione contro l’Italia. Ne avranno beneficio di conseguenza il corretto procedere della giustizia e i cittadini”.

“L’approvazione del disegno di legge sulla magistratura onoraria rappresenta un passo avanti decisivo verso una giustizia più efficiente e vicina ai cittadini. Finalmente viene riconosciuto, anche sotto il profilo giuridico, economico e previdenziale, il ruolo fondamentale svolto dai magistrati onorari nel nostro sistema giudiziario”. Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, presidente della V Commissione Bilancio. “Si tratta – aggiunge Calandrini – di una riforma attesa da anni che garantisce certezze a una categoria troppo a lungo dimenticata. Il ddl chiarisce in modo inequivocabile le funzioni e i compiti dei giudici onorari, delineando un quadro normativo stabile, coerente e rispettoso delle indicazioni europee, scongiurando così nuove procedure d’infrazione a carico dell’Italia”.

Di diverso avviso l’opposizione. “Questa maggioranza continua ad intervenire sulla Giustizia senza stanziare risorse e la riforma della Magistratura onoraria non fa eccezione, nonostante il fondamentale contributo che questi operatori apportano al servizio giustizia di prossimità”, ha detto in aula la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando, annunciando il voto di astensione del Pd. In questo caso “siamo addirittura di fronte a un taglio, già previsto nel decreto Giustizia, con il conferimento dei fondi destinati a questo comparto al Commissario per le carceri. Il ministro Nordio su questo punto – prosegue la senatrice dem – ha spiegato che si è trattato di uno spostamento di bilancio effettuato con l’obiettivo di non perdere i fondi. Il tutto in una situazione in cui le carenze di organico, con udienze fissate al 2030, hanno portato a proteste in tutta Italia, con l’avvocatura a fianco della magistratura.

Anche in questo caso non sono state prese in considerazione proposte emendative, né di maggioranza né di opposizione, che recepivano le istanze degli operatori. Tra le mancanze evidenti ci sono i diritti previdenziali, i costi del ricongiungimento pensionistico, l’indennità per i non esclusivisti minore a quanto percepiscono oggi e il mancato inserimento di un meccanismo di progressione economica. Questa è un’occasione persa, il provvedimento contiene misure necessarie ma assolutamente insufficienti. C’era la possibilità e la disponibilità dell’opposizione ad approvare una riforma organica, invece siamo di fronte a un testo incompleto”, conclude Rossomando.

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