Nell’era della tecnologia e dell’IA i giovani hanno disimparato a scrivere a mano

L’allarme dei grafologi, una professione fortemente minacciata dall’avvento dei programmi dell’Intelligenza Artificiale.

Roma – Con l’uso della tecnologia, i giovani hanno disimparato a scrivere a mano. Qualche buontempone a questa notizia potrebbe rispondere un bel “chi se ne frega”, tanto si usa il tablet, lo smartphone o la tastiera del computer per scrivere, che problema c’è? Ed invece c’è ed è grosso come una casa. Riguarda i processi cognitivi dei ragazzi messi a dura prova dall’uso della tecnologia. Per fermare questo processo inarrestabile bisogna ritornare a scrivere a mano con una bella biro. L’allarme è stato lanciato tempo fa dai linguisti, a cui si sono aggiunti in seguito neurologi, psicologi e psichiatri. Ad allungare la lista ci hanno pensato i grafologi. Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che ci sia un conflitto d’interesse, in quanto se tutti scrivono usando la tecnologia i grafologi non avrebbero più lavoro.

A prescindere, direbbe il principe della risata Totò, secondo l’Associazione grafologica italiana (Agi), una delle più rappresentative del settore, sorta per diffondere attraverso la grafia la conoscenza della personalità umana in tutte le sue manifestazioni: “una società che perde la manualità della scrittura formerà cittadini con deficit cognitivi, un calo delle competenze critiche, riflessive e delle emozioni”. La tastiera è fredda, mentre con la penna a sfera o la matita si esprimono le proprie emozioni, perché la scrittura manuale è paragonabile alla nostra impronta digitale. Il grafologo è una di quelle professioni che con l’avvento di Sua Maestà l’Intelligenza Artificiale (IA), saranno spezzate via senza tentennamenti.

In rete è già possibile trovare alcuni programmi di grafia nella vasta gamma di offerte presenti. E la più nota è Calligrapher.AI, un’applicazione web che riesce a sintetizzare una scrittura a mano che cambia ogni volta pur seguendo lo stile scelto, come accade a noi esseri umani.

Quando si scrive manualmente è possibile riconoscere il nostro modo di scrivere anche quando la grafia della stessa identica frase scritta due volte varia sensibilmente. Calligrapher replica questo leggero o evidente cambio della calligrafia utilizzando una classe di rete neurale chiamata rete neurale ricorrente (Recurrent Neural Network, RNN). I grafologi, oltre alle competenze standard (perizie sulle firme dei contratti, testamenti, fideiussioni, procure e titoli), hanno altri ambiti in cui possono fare valere le loro conoscenze. Ad esempio, la grafologia familiare e relazionale. Attraverso l’analisi della grafia dei due partner vengono evidenziate le affinità di coppia e su quali insistere per la sua stabilità. Un settore in cui la professionalità del grafologo è richiesta è quello dell’orientamento al lavoro in cui vengono definite le professioni verso cui le persone hanno più attitudine.

È chiaro che della tecnologia non se ne può fare a meno, tuttavia è doveroso cercare un equilibrio per non farsi dominare da essa. I giovani di adesso, che saranno gli adulti di domani, se perdono la manualità dello scrivere potrebbero manifestare problemi neurologici. Il rischio è la diseducazione al gesto grafico, a come si tiene una biro in mano e quale posizione si assume quando si scrive. Il rapporto tra scrittura e sviluppo cognitivo è molto stretto, come confermano molti studi sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) tra gli alunni della scuola primaria e oltre. E i ragazzi più grandi, non è che se la passino meglio. Manifestano, alcuni, difficoltà a scrivere in corsivo, mentre altri una scrittura disgrafica. Entrambi appartengono ai DSA. Con tutti gli effetti negativi che stanno emergendo (ansia, disturbo dell’umore, DSA e altri), la tecnologia non è, poi, tutta ‘sta bazza come viene decantata. Ne è valsa la pena?

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