Musumeci vince la sfida organizzativa dei funerali del Papa: “Nulla lasciato al caso”

Il ministro della Protezione Civile spiega l’utilizzo dell’It Alert che ha fatto squillare 3 milioni di cellulari e parla del timore degli attacchi terroristici.

Roma – Nella Capitale venerdì, in vista del funerale di Papa Francesco l’allarme sui telefoni di 3
milioni di persone è stato scelto poiché “l’ininterrotto e copioso flusso di fedeli non avrebbe consentito in tempo la chiusura della Basilica, per facilitare le conseguenti operazioni sulla bara”. Così, in un’intervista a “Il Giornale”, il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il vero regista dei funerali del Papa, spiega cosa accaduto venerdì, quando i telefoni cellulari all’interno del Grande raccordo anulare della Capitale alle 13.11 hanno suonato in contemporanea generando panico nei cittadini e anche una bufera di commenti social.

Dal Dipartimento della Protezione civile si comunicava: “Saluto Papa Francesco. Orario chiusura accesso piazza San Pietro ore 17 del 25 aprile”. Il messaggio è stato inviato sui telefonini in italiano, inglese, francese e spagnolo. A spaventare i cittadini il fatto che l’It-alert viene utilizzato per gravi emergenze o catastrofi imminenti. Musumeci motiva così la scelta fatta. “Non potendo avvisare le decine di migliaia di persone già in piazza e quelle che stavano per recarvisi, il capo dipartimento, d’intesa con prefetto e questore, hanno dovuto fare ricorso all’It-Alert. Non c’era altro metodo per raggiungere tutti in brevissimo tempo ed evitare l’inutile corsa verso la piazza. Parliamo di decine di migliaia di fedeli”. 

Il ministro nell’intervista parla poi timore di attacchi terroristici “con la presenza di decine di capi di Stato e di governo e nel cuore della cristianità”. “Può succedere di tutto” e con il corteo funebre “è stato certo
preferito il percorso più razionale, anche dal punto di vista della sicurezza. Senza lasciare nulla al caso”, ha
aggiunto Musumeci per poi spiegare che nell’organizzazione sono state impegnate “circa quattromila persone, ad esclusione delle unità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico” in particolare “170 unità il personale del dipartimento di Protezione civile; 1.779 dalle organizzazioni di volontariato; 1.237 gli addetti alla sanità; 731 dalle colonne mobili regionali”.

“A tumulazione avvenuta, – aggiunge Musumeci – mi sono pubblicamente congratulato con il capo dipartimento della Protezione civile, il prefetto Fabio Ciciliano, che ha svolto il ruolo di commissario per la mobilità, l’accoglienza e l’assistenza alla popolazione. E con lui, il prefetto ed il questore di Roma, tutte le forze dell’ordine, i tantissimi volontari e quanti hanno reso possibile lo svolgimento di un evento, così straordinario e complesso, in maniera serena ed ordinata. E quando in un evento come questo non si
verificano imprevisti, il pathos, la meditazione e il contesto rendono tutto più commovente”, ha detto nell’intervista a “Il Giornale”. Il ministro ha chiarito che “non sono eventi che affronti ogni settimana. E’ chiaro,
quindi, che serve un lavoro preparatorio per le singole competenze, e alla fine una pianificazione generale”.

E’ una macchina complessa, quella dei grandi eventi, che deve funzionare alla perfezione. Ogni cosa va prevista, nulla va tralasciato. Il risultato è sotto gli occhi del mondo intero, data la straordinarietà dell’evento, complice la diffusa popolarità di Papa Francesco”, ha concluso.

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