Il vicepresidente della Camera dopo la decisione della Regione Sicilia in merito alla sospensione del Dg dell’azienda e l’avvio della decadenza.
Trapani – Un mese fa il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), era andato a fare visita alla signora Maria Cristina Gallo a Mazara del Vallo, raccontando la sua storia. “La signora Gallo è diventata, suo malgrado, protagonista di una storia di malasanità – disse Mulè – che tutta l’Italia ha conosciuto attraverso televisioni e giornali. Oggi la signora Gallo sta combattendo una battaglia contro un tumore che poteva essere diagnosticato in tempo se solo le fosse stato consegnato il referto dell’esame istologico, in seguito a un’operazione, nei tempi normali e non dopo un’incredibile attesa durata ben otto mesi. In questo lasso di tempo il tumore è progredito e ha attaccato vari organi del suo corpo. Nella stessa situazione della signora Gallo ci sono stati almeno 3.000 pazienti della provincia di Trapani che hanno atteso mesi prima di avere il referto, mentre ad oggi ancora più di 200 di loro non lo hanno ricevuto”.
Proprio Mulè aveva presentato sul caso due diverse interrogazioni a risposta immediata al ministero della Salute. Da allora quella di Maria Cristina è diventata battaglia di civiltà e ha scoperchiato un sistema di malasanità non da poco. Tanto che dopo le ispezioni regionali e del ministero della Salute è arrivata la decisione del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, di avviare il procedimento di decadenza del direttore generale dell’Asp di Trapani “con l’immediata sospensione”. Un “atto di responsabilità che fa onore alla politica”, afferma Mulè sottolineando: “Per quanto mi riguarda non ho da festeggiare alcunché: quando ho iniziato in perfetta solitudine questa battaglia sui ritardi nella consegna dei referti istologici l’ho fatto unicamente per arginare una situazione indegna oltre l’umana immaginazione. Lo dovevo innanzitutto al coraggio, alla determinazione e al senso di giustizia di Maria Cristina Gallo, lo devo a tutti coloro che in queste settimane mi hanno raccontato in lacrime i loro drammi”.
“Ciò che andava fatto è stato fatto – prosegue il deputato siciliano di Forza Italia -. con tutta la determinazione che pretendeva questa storia senza guardare a convenienze politiche: con il presidente
Schifani ho condiviso tutti i passi, prima sul fronte dell’intervento sanitario e successivamente su quello
dell’accertamento delle responsabilità. Gli do atto di non aver mai tentennato davanti alle decisioni che andavano prese. Così come ringrazio il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha perfettamente compreso la gravità della vicenda. Ora, oggi come ieri, continuerò a essere accanto a chi soffre e a chi lotta e sta affrontando questo calvario”.
Il dato ufficiale che emerge dal report finale della task force messa in campo dalla Regione, su input del presidente Renato Schifani, a partire dal 4 marzo è che sono 206 su oltre 3.000 i campioni istologici risultati positivi a patologie tumorali al termine dell’attività di refertazione compiuta dalle aziende del Servizio sanitario regionale della Sicilia, coinvolte per azzerare i ritardi accumulati dall’Azienda sanitaria provinciale di Trapani. In particolare, i soggetti positivi sono 46 per il 2024 e 160 per il 2025. I campioni prelevati a gennaio e febbraio di quest’anno sono 1.908 e sono stati analizzati nel rispetto del target temporale dei 20 giorni lavorativi nel 98% dei casi, grazie alla rete istituita dall’assessorato della Salute per superare la grave situazione e scongiurare l’insorgere di ulteriori ritardi.