Giuseppe Crippa

Addio a Giuseppe Crippa, fondatore di Technoprobe e pioniere dei semiconduttori italiani

È morto a 90 anni l’imprenditore che ha portato l’innovazione made in Brianza nel mondo. Con Technoprobe, nata in un garage, è entrato nella lista dei miliardari di Forbes.

Lecco – Si è spento a 90 anni Giuseppe Crippa, fondatore della Technoprobe, azienda italiana leader mondiale nel settore delle probe card, con sede centrale a Cernusco Lombardone (in Brianza) e filiali operative in tre continenti.

Nato a Robbiate, in provincia di Lecco, Crippa è stato uno dei pionieri dell’industria dei semiconduttori in Italia. Dopo un’esperienza iniziale alla Breda, negli anni Sessanta entra nella SGS-Ates — poi confluita in STMicroelectronics — dove si avvicina al mondo della microelettronica e compie studi anche nella Silicon Valley, maturando una visione internazionale e all’avanguardia.

Dalla soffitta all’industria globale

Dopo oltre trent’anni in azienda, Crippa va in pensione nel 1995, ma non si ferma. Comincia la produzione artigianale di probe card nella soffitta e nel garage di casa, trasformando in pochi anni l’idea in un’impresa solida e in crescita. Nasce così la Technoprobe, oggi considerata un’eccellenza italiana nella fornitura di strumenti per il test dei microchip, essenziali per l’industria elettronica.

Sotto la sua guida e poi con il coinvolgimento dei figli, l’azienda ha conosciuto una crescita straordinaria, fino a diventare una public company quotata in Borsa. Nella lista di Forbes pubblicata nell’aprile scorso, il patrimonio della famiglia Crippa era stimato in 3,1 miliardi di euro, tra i più alti d’Italia.

Un imprenditore generoso e visionario

Durante la pandemia di Covid-19, Crippa ha messo a disposizione gli spazi aziendali per allestire un hub vaccinale, finanziando anche il personale impiegato nell’organizzazione. «I soldi servono anche a questo, altrimenti nulla ha più senso», aveva dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. «Crescere per fare qualcosa per gli altri. E lo dico perché nella mia vita sono state molte le persone che mi hanno aiutato».

In quella stessa intervista, aveva sottolineato l’importanza della ricerca e dell’innovazione continua: «Bisogna studiare nuovi processi. L’evoluzione tecnologica è rapidissima. Ma io la mia parte l’ho già fatta, posso ritirarmi soddisfatto».

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