I familiari della vittima attaccano don Giovanni perchè forse quel presunto testamento sarebbe proprio nelle sue mani ovvero ben custodito. Vero o falso?
Modica – Il testamento? Se esiste ce l’avrebbe proprio padre Giovanni Stracquadanio. I familiari del cuoco modicano ucciso tra il 9 e il 10 novembre 2019, rompono il silenzio e lo hanno fatto con una lettera inviata al quotidiano “La Repubblica” attraverso la quale si dicono sorpresi dalle dichiarazioni rese in questi giorni dal parroco della chiesa di San Giorgio. Intervistato anche da noi di POP, il sacerdote ha parlato a lungo di un testamento che non si trova e del quale Peppe Lucifora gli avrebbe riferito tra il 2014 e il 2015 e, inoltre, continua a ripetere che, secondo il suo modo di vedere, il movente passionale prospettato dagli inquirenti che, per l’omicidio del cuoco hanno arrestato il carabiniere Davide Corallo, gli sembra debole. Di seguito vi riproponiamo l’intervista video realizzata con padre Giovanni Stracquadanio alcuni giorni fa.
“…Sia più chiaro sul testamento perché se esiste e stando a ciò che diceva Peppe il documento è stato consegnato proprio a lui…”. Così i familiari hanno scritto nella lettera inviata al quotidiano. Ma non solo“….Parliamo peraltro del presunto testamento di una persona dal patrimonio di incerta consistenza…”. Tanto che proprio i familiari non stanno compiendo alcun atto di gestione del patrimonio del de cuius, né hanno accettato un’eredità che potrebbe avere più passivo che attivo. Appare chiaro però che un’eredita si accetta se c’è e sempre a seguito della pubblicazione di un testamento che, in questo caso e qualora saltasse fuori, non potrebbe che essere con beneficio d’inventario.
I parenti di Lucifora ritengono superficiali le affermazioni di Stracquadanio e lo esortano a parlare se sa di più di quel che dice: “…Da padre Giovanni – concludono i parenti della vittima- – ci aspettiamo un significativo contributo alle indagini o il silenzio, la sobrietà e la serietà che possono aiutare molto più di quello che ritiene la pubblica opinione, il corso delle indagini e il processo…”. A questo punto sembrerebbe acclarato che intorno al povero Peppe Lucifora gravitassero anche interessi economici oltre che di frequentazioni chiacchierate e amici escort. La vicenda, come pare, sarebbe soltanto agli inizi.