Minacciano di querela l’insegnante colpita dai gommini in faccia

Crescente preoccupazione per l’aggressività nelle scuole e la mancanza di sanzioni adeguate per i responsabili. Il caso della prof che diventa bersaglio da tiro a segno si arricchisce di nuovi particolari: la vittima rischia una querela per diffamazione.

ROVIGO – Un tempo i genitori, soprattutto le mamme, davanti agli insegnanti che si lamentavano della condotta e del rendimento scolastico non lesinavano ceffoni e sberle. Spesso erano gli stessi professori, almeno nel mio caso, a difendermi dalla furia di mia madre per quel 5 in matematica. Oggi si è liberi di sparare pallini in testa ai docenti senza che i responsabili ne abbiamo a rispondere, almeno con un votaccio in condotta e una congrua sospensione dalle lezioni, se non con la perdita dell’anno. Per di più pare che i genitori del “killer” minorenne abbiano minacciato querela per diffamazione nei confronti della vittima.

La docente colpita in faccia dai pallini di gomma sparati da un alunno con una pistola ad aria compressa

Insomma il mondo che va a rovescio e ne sa qualcosa Maria Cristina Finatti, colpita alla testa da diversi pallini sparati da una pistola ad aria compressa utilizzata da uno dei suoi studenti. Se i pallini avessero centrato in pieno l’occhio al posto di sfiorarlo che cosa sarebbe accaduto? Il problema non sono i pallini che avrebbero potuto causare una menomazione permanente alla prof., ma la pistola portata in classe da uno studente che indubbiamente sapeva di provocare un danno alla vittima designata. Un comportamento esecrabile che, però, si sarebbe rivolto contro la donna, dalla quale anche i colleghi avrebbero preso le distanze. Soltanto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso la propria solidarietà alla docente di Scienze dell’istituto Itis “Viola Marchesini” di Rovigo dove l’11 ottobre scorso è avvenuto il fattaccio. Il successivo 8 gennaio la donna sporgeva querela contro i 24 alunni della medesima classe.

Quel maledetto giorno, mentre si svolgeva la lezione, in classe echeggiavano due spari e subito dopo l’insegnante si toccava la parte sinistra del cranio, assai dolorante, centrata dai pallini di gomma:

Il ministro Giuseppe Valditara

” Erano tutti coalizzati – ha detto la Finatti – nessuno si è alzato o mi ha difesa. Sono stata salvata dalla mascherina contro il Covid ma ho subito lesioni a un occhio… E poi quel video postato in rete che mi ha rovinata…”.

I responsabili del vile atto di violenza, infatti, non si sarebbero limitati a sparare contro l’insegnante ma avrebbero ripreso la “bravata” con i loro telefonini per poi fare i gradassi su internet, vantandosi di aver colpito una donna inerme, per di più la loro docente di Scienze:

”La mia assistita ha denunciato tutti i presenti in classe – ha aggiunto l’avvocato Nicola Rubiero – per i reati di lesioni, diffamazione a mezzo social, atti persecutori, oltraggio a pubblico ufficiale. Non vogliamo ottenere risarcimenti, siamo disponibili a rimettere la querela se ci fossero scuse sentite e sincere….”.

Poi pare che qualche scusa ci sia stata, a posteriori, e a seguito dei 5 giorni di sospensione previsti come punizione:”

I genitori del ragazzo che mi ha colpita si sono subito prodigati – ha aggiunto Finatti – ho ricevuto le scuse dei due fratelli gemelli che sono in classe, solo tre genitori si sono scusati. Ed é per questo che succedono queste cose…l’educazione…”.

L’istituto teatro del deprecabile gesto di violenza messo in atto da alcuni alunni

La donna è stata soccorsa dal vicepreside e immediatamente sottoposta alle cure del caso. Le polemiche però non si sono placate. Con un bel 9 in condotta i responsabili del “bel gesto” sono stati anche promossi ma, nel frattempo, è nuovamente intervenuto il ministro Valditara che ha sollecitato un nuovo consiglio dei docenti per rivalutare quel voto esagerato che è stato abbassato a 6 ma con promozione assicurata per tutti. Una volta, per molto meno, si perdeva l’anno ma erano altri tempi, altri genitori, altri alunni, e un’altra educazione:”

È successo che a molte persone, questo 9 in condotta non è andato bene – continua la professoressa di Scienze – non andavano bene al ministro Valditara e a molte, veramente molte altre persone. Mezza Italia si è agitata per questa risoluzione”.

Poi l’epilogo: la famiglia di uno degli studenti “killer” rilancia di brutto e potrebbe agire giudizialmente per diffamazione e danni morali se l’insegnante dovesse proseguire nel diffondere notizie “non veritiere”. L’alunno si è scusato, dice l’avvocato Nicola Bergamini, cosi anche i genitori. Che si vuole di più?

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