Un equivoco sulle prime volutamente non chiarito per acchiappare qualche click in più sui social. Il dovere della stampa è quello di informare correttamente i lettori. Le bugie hanno sempre le gambe corte.
Milano – Le parole sono molto accorate, con una punta di amarezza. “Una polemica fuorviante che fa male”. È Lara Magoni l’involontaria protagonista di una vicenda surreale, probabilmente scaturita da un malinteso o da un’interpretazione faziosa da parte di una certa stampa.
Nemmeno per Natale in Italia si riesce a mantenere un contegno, con un occhio di riguardo al significato della festività. Lo dimostra questa vicenda, che nasce da un’incomprensione ma che per una giornata ha riacceso il triste, atavico, imbarazzante e insensato conflitto tra Nord e Sud.
Se si pensa poi che la polemica questa volta riguarda il presepe, simbolo per eccellenza di una tradizione che dovrebbe sempre ispirare pace e fratellanza, c’è veramente di che essere allibiti. Esatto, proprio un presepe, quello che Vincenzo De Luca voleva regalare alla regione Lombardia, in un gesto che vale più di mille parole, simbolo di una Natività “divisa” ma non per questo meno importante.
Anzi, il prezioso dono – che la Campania ha offerto a tutte le regioni d’Italia – voleva proprio essere un valore aggiunto ad un Natale che dovrebbe essere riscoperto. Almeno il 25 dicembre niente baruffe, niente liti, niente politica, solo solidarietà, nel migliore spirito della festa. Invece no. La Lombardia rifiuta il dono. Così titola la stampa mainstream, cavalcando l’onda della polemica acchiappa click.
Sembra incredibile anche il solo pensarlo: chi mai rifiuterebbe un presepe? E, tra parentesi, che presepe! Opera dei maestri pastorai Buonincontorno di San Gregorio Armeno. Un controsenso che appare grottesco se pensiamo che la Giunta lombarda è a trazione leghista il cui leader, Matteo Salvini, è famoso per essere un estimatore di presepi e difensore delle tradizioni cristiane – come non manca di far sapere quotidianamente dai suoi profili social.
Sarebbe stata proprio Laura Magoni – assessore al Turismo, Marketing e Moda ed ex campionessa di sci alpino, oggi esponente di Fratelli d’Italia – e non Attilio Fontana, a rifiutare il dono dei partenopei. Un vero mistero, anche per Gabriele Casillo, presidente delle Botteghe dei presepi, che commenta: “…Se è stato un rifiuto leghista ci sembra strano, perché nel 2017 fu proprio Salvini a commissionarci un presepe per nonna Peppina, l’anziana terremotata che perse la casa…”.
Fortunatamente – riportano i vari articoli – il manufatto è stato subito offerto a Bergamo, il cui Sindaco Giorgio Gori ha accettato con gratitudine, espressa in una lettera indirizzata a Napoli: “…Il gesto, molto significativo, offre la possibilità di apprezzare la bellezza di un’opera artigianale ricca di storia che valorizza il patrimonio culturale napoletano e le antiche tradizioni. Un gesto che unisce i territori ed esprime un messaggio di speranza in un momento di grande difficoltà collettiva…”.
La Campania ha pensato a questa iniziativa, denominata “Viaggio in Italia del Presepe napoletano” con il contributo del governo, proprio a questo scopo: unire il Paese con il cuore, in un momento in cui occorre rimanere fisicamente lontani. Poi arriva una smentita: non si tratterebbe di un rifiuto ma di un malinteso.
Lo spiega la stessa Magoni alla stampa: “…Nessun rifiuto di Milano al presepe offerto dalla Campania. Sono stata io a chiedere di mandarlo a Bergamo, perché prima di essere assessore in Lombardia, sono bergamasca, cristiana, orfana, vedova e senza figli. E passerò il Natale da sola. Bergamo è la mia città e ha sofferto molto per il Covid. Per me il presepe è un simbolo importante e non avrei mai rifiutato un dono così prezioso…”.
Ma la miccia ormai è stata accesa. Sui social il Paese dà il peggio di sé: apostrofata con termini quali “bastarda” e “fascista di me**a” (per citare i meno aggressivi) l’assessore è la vittima del giorno di quel linciaggio mediatico che tanto piace all’italiano medio, valvola di sfogo per soggetti con evidenti problemi di rabbia repressa. Lo chiamano “progresso”.
La Magoni, che appare molto provata dalla violenza che le è stata rovesciata addosso, spiega in una nota: “…Ho ricevuto la proposta di donazione dall’assessore al Turismo della Regione Campania, Felice Casucci, e l’ho apprezzata tantissimo perché io più di ogni altro amo i simboli del Natale, e anche come partito siamo a favore di ogni tradizione religiosa…
…Il problema è che quando la Regione riceve un omaggio deve essere formalizzato e dall’assessorato mi hanno spiegato che non c’erano i tempi tecnici per la pratica. Non volevo perdere l’occasione, che ritenevo molto bella, e allora ho detto a Casucci che avrebbe potuto donare il presepe a Bergamo. È stato lui a contattare il Comune, io sono uscita dai giochi. Un grazie sincero ed un abbraccio a tutti gli amici campani…”.
Tutto chiarito? Si spera. In ogni caso l’episodio porta alla luce parecchia polvere nascosta sotto il tappeto: la tensione tra Nord e Sud e una mandria di persone, ormai divenute cliccatori compulsivi, che si nutrono esclusivamente di rabbia, pronti a sputare le peggiori cattiverie su chiunque non appena si getta loro l’esca. Ecco, converrebbe non gettarla. O almeno informarsi bene prima di farlo. Una volta i media informavano. Dovrebbero tornare alle origini.
Ti potrebbe interessare anche —->>