MILANO – DIDATTICA A DISTANZA, AL VIA IL QUESTIONARIO PER LE FAMIGLIE

E' possibile compilare il questionario in forma anonima e per i soli fini di ricerca sociale con l’obiettivo di ricavarne proposte di sviluppo per programmi e politiche future.

Milano – Didattica a distanza, il capoluogo lombardo lancia il questionario per conoscere le caratteristiche delle famiglie e le loro capacità di supportare nello studio bambini e ragazzi. Da ieri, sul sito internet del Comune di Milano, è possibile compilare il questionario in forma anonima e per i soli fini di ricerca sociale “con l’obiettivo di ricavarne proposte di sviluppo per programmi e politiche future“. Benissimo ma questo vuol dire che si teme un’ennesima chiusura delle scuole o un cambiamento radicale del mondo dell’istruzione?

Intanto, per quanto riguarda il Comune di Milano, l’indagine è promossa dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del locale Politecnico, partner del Comune per Ecass – European Cities Against School Segregation, il progetto, condotto in tre città europee (Milano, Barcellona e Oslo), analizza i fenomeni di segregazione scolastica e le politiche locali messe in campo per fronteggiarli. L’obiettivo è appunto quello di capire gli effetti della chiusura delle scuole sulle famiglie con figli in età prescolare e scolare e sulle prospettive della riapertura a settembre. Con particolare attenzione alle disuguaglianze educative. I risultati – si legge sul sito internet – verranno comunicati pubblicamente e serviranno per programmare al meglio la riapertura.

La prima parte del questionario prevede domande sulla famiglia: componenti, titolo di studio, sesso e nazionalità dei componenti e così via. La seconda parte riguarda più nello specifico i figli: età, grado di scuola frequentata, se sono iscritti o meno alla mensa e se hanno disturbi dell’apprendimento, passando poi alla tipologia e frequenza dei contatti – mail, sms o whatsapp – intercorsi con i professori, dopo quanto tempo dalla chiusura delle scuole è iniziata la didattica a distanza e dopo quanto sono arrivati i primi compiti e le prime interrogazioni. Il questionario chiede anche quante ore mediamente al giorno il genitore è stato impegnato nel seguire, o aiutare, il proprio figlio con questa nuova modalità di istruzione ed in quali attività si è impegnato il pargolo durante il lockdown: se ha letto da solo e per quante ore, se ha fatto sport, se ha guardato la tv e così via. Non mancano poi le domande sulla dotazione informatica: quanti pc, se di proprietà o se forniti dalla scuola, se ricevuti a causa del restrizione domiciliare o se erano già in casa prima della chiusura delle scuole. Lo stesso vale per le reti di connessione internet.

Il questionario si compila in quindici minuti, ma le falle, purtroppo, non mancano: si può dichiarare di avere 3 figli di 9, 6 e 4 anni selezionando poi che nessuno dei tre frequenta una scuola, di qualsiasi ordine e grado. L’unica è sperare nella totale sincerità dei propri concittadini. Incrociamo le dita. 

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