Migranti: Ue, i Cpr in Albania sono in linea con il diritto europeo

Il portavoce per gli Affari interni e la migrazione: “Secondo le nostre informazioni, si applicherà la legge nazionale italiana. Continueremo a monitorare”.

Bruxelles -“Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti il decreto” che istituisce i centri di permanenza per il rimpatrio nei centri in Albania. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato finora il caso per l’asilo. In linea di principio, ciò è in linea con la legge dell’Ue. Continueremo a monitorare l’implementazione del protocollo nella sua nuova iterazione e rimarremo in contatto con le autorità italiane”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, nel briefing quotidiano con la stampa. “In termini di soluzioni innovative, abbiamo detto che siamo pronti a esplorarle, sempre in linea con gli obblighi previsti dal diritto dell’UE e internazionale e dai diritti fondamentali”.

“Secondo le informazioni che abbiamo, stiamo parlando di un’iniziativa basata sulla legge nazionale. E questo è diverso dall’applicazione del concetto di hub di rimpatrio”, precisa. “La conferma arrivata oggi dalla Commissione Europea sulla conformità al diritto dell’Unione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio realizzati in Albania rappresenta una vittoria per l’Italia e per il governo Meloni. Ancora una volta, la sinistra viene smentita nei fatti: le soluzioni innovative e coraggiose per contrastare l’immigrazione illegale non solo sono possibili, ma anche compatibili con il quadro normativo europeo e internazionale”, dichiara Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, commentando le dichiarazioni del portavoce della Commissione Markus Lammert.

“Il protocollo con l’Albania – prosegue Fidanza – è la dimostrazione che si può cooperare con Paesi terzi per gestire in modo serio ed i flussi migratori, tutelare le frontiere e garantire efficacemente rimpatri. Chi ha provato a ostacolare questa iniziativa con allarmismi ideologici oggi dovrebbe fare un passo indietro e riconoscere la validità del modello italiano, che potrebbe diventare un esempio anche per altri Paesi europei”. “La Commissione UE riconosce che il decreto per i CPR in Albania è in linea con le normative europee. Un altro passo fondamentale per rafforzare il controllo sui flussi migratori. L’Italia non rinuncia alla sua sovranità e prosegue nella lotta contro l’immigrazione illegale, tracciando la rotta in Europa. Ora cosa si inventeranno a sinistra?“, gli fa eco Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia.  

Secca la replica della segretaria del Pd Elly Schlein: “Il nuovo decreto Albania? Vedo un tentativo maldestro di coprire un altro fallimento della loro propaganda. Ora dicono per decreto che non sarà più un centro per i richiedenti asilo, ma diventa il CPR più caro della storia. 800 milioni di euro degli italiani che potevano spendere per medici e infermieri che mancano, li hanno messi per fare un CPR in Albania? Allora, a parte che ci sono dubbi sulla legittimità, perché le norme attuali non prevedono che si possa fare un CPR in un altro Stato, siccome non potranno fare i rimpatri direttamente dall’Albania, lì ci andranno solo persone che sono già ospitati in Italia, ma portarle lì, tenerle lì e riportarle qui per rimpatriarle avrà dei costi molto maggiori”. “Penso che è un’altra fregatura sulla pelle delle persone più fragili, dei loro diritti e dentro le tasche degli italiani che ci hanno rimesso 800 milioni”, aggiunge. 

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