I dem: “Inaccettabili manchevolezze sui diritti umani”, mentre dal Carroccio tuonano “Misure insufficienti per un fenomeno epocale”.
Bruxelles – “Abbiamo fatto la storia, abbiamo creato un solido quadro legislativo per gestire la migrazione e l’asilo nell’Ue. Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data, e trovato un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea”. La presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, al termine del voto al Pe sul Patto per la Migrazione e l’Asilo, commenta su X tutto il suo entusiasmo. Ma serpeggia un malcontento generale, non solo nel Pd ma anche nel centrodestra, in particolare nella Lega. I dem tuonano: “oggi abbiamo dato un voto contrario all’accordo sul patto sulla migrazione, perché il compromesso raggiunto è caratterizzato non soltanto da gravi e inaccettabili manchevolezze sul versante dei diritti umani, ma anche dal punto di vista degli interessi specifici dell’Italia”.
“Non è il superamento del sistema di Dublino per cui abbiamo lavorato in questi anni – incalza la delegazione degli eurodeputati del Pd – che avrebbe dovuto alleggerire la pressione sui Paesi di primo ingresso, non rafforza il sistema d’asilo europeo in maniera soddisfacente ed è fortemente improntato a un approccio securitario nella gestione del fenomeno migratorio”. Anche la Lega non è soddisfatta e fa notare che “dopo anni di colpevole inazione da parte di Bruxelles, il Patto migranti promosso dall’Ue, a dispetto dei notevoli miglioramenti ottenuti grazie al lavoro del governo italiano, non è purtroppo sufficiente per affrontare in
maniera adeguata un fenomeno epocale come quello dell’immigrazione”.
Il Carroccio aveva presentato emendamenti di “buonsenso – fanno notare gli europarlamentari leghisti – per prevenire le partenze, realizzare centri di identificazione gestiti dall’Ue in Nord Africa e rafforzare gli accordi di cooperazione con altri Paesi per facilitare i rimpatri. Non hanno ascoltato le nostre proposte e hanno
preferito seguire l’ideologia. A dispetto di qualche piccolo passo in avanti, il Patto delude le aspettative e non cambia in maniera determinante la situazione attuale: la sua approvazione, per una manciata di voti, evidenzia le grandi problematiche interne all’attuale maggioranza. Ecco perché serve un’altra maggioranza e misure più incisive per affrontare con coraggio e coerenza, e meno ideologia, la sfida dell’immigrazione che
riguarda l’Italia e tutta l’Europa”.
Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo al consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue, in corso a Bruxelles un mese fa, aveva sottolineato la necessità di “un salto di qualità normativo a livello Ue” riguardo il tema del traffico dei migranti, e aveva fatto notare: “Per collocazione geografica e rilevanza geopolitica l’Italia si trova in prima linea nel fronteggiare questa sfida che il Governo italiano ha posto, fin dalla sua entrata in carica, tra le sue massime priorità”.
Ma il Patto è stato approvato e prevede una serie di misure, tra le quali un esame più rapido delle domande di asilo, anche alle frontiere Ue, e rimpatri più efficaci; nuove norme per l’identificazione all’arrivo; controlli sanitari e di sicurezza obbligatori per le persone che entrano irregolarmente nell’Ue. Il pacchetto di norme prevede poi la possibilità per i Paesi Ue di scegliere se accogliere i richiedenti asilo, stanziare contributi finanziari o fornire sostegno operativo; un meccanismo di risposta alle crisi e un nuovo programma volontario per il reinsediamento dei rifugiati provenienti da Paesi terzi.
Sono questi i pilastri del Patto per la migrazione e l’asilo approvato dal Parlamento europeo. Si tratta di nove testi diversi (con dieci voti) che hanno ottenuto tutti la maggioranza relativa. Solidarietà e responsabilità per aiutare i Paesi Ue più esposti alle pressioni migratorie, gli altri Stati membri dovranno contribuire accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio, o stanziando contributi finanziari o fornire un sostegno tecnico-operativo.
Saranno inoltre aggiornati i criteri che attribuiscono a uno Stato la responsabilità di esaminare le domande di protezione internazionale (le cosiddette “norme di Dublino”). Il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione è stato approvato con 322 voti favorevoli, 266 contrari e 31 astensioni. Il regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di cittadini di Paesi terzi. Le nuove norme affronteranno anche il tema della strumentalizzazione dei migranti, ossia il loro uso da parte di Paesi terzi o attori non statali ostili con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue.
Le persone che non soddisfano i requisiti per entrare nell’Ue saranno soggette a un accertamento preliminare della durata massima di sette giorni e comprensivo di identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Il regolamento è stato approvato con 366 voti favorevoli, 229 contrari e 26 astensioni. I deputati hanno approvato anche un nuovo regolamento sul sistema centralizzato di informazioni
sulle condanne (Ecris-Tcn) con 414 voti favorevoli, 182 contrari e 29 astensioni.