MIGRANTI – TROPPI GLI ESPULSI CHE RIMANGONO IN ITALIA. NEL FRATTEMPO AMMAZZANO E STUPRANO

Il decreto di espulsione deve prevedere il rientro in patria della persona entro qualche giorno e non dopo anni. Lo stesso provvedimento dovrebbe essere esteso ai soggetti che si macchiano anche di reati minori.

– Sono decine, se non centinaia, gli extracomunitari colpiti da decreto di espulsione che rimangono nel nostro Paese non si sa bene per quale strana magia. Fra questi “fortunati” ce n’è uno che di decreti di espulsione se n’era beccati due ma continuava a soggiornare in Italia come se nulla fosse. E non è uno stinco di santo. Al casellario la sua fedina penale fa bella mostra di sé: furti, rapine, estorsioni e persino maltrattamenti in famiglia. Non s’è fatto mancare nulla Radhi Mahmoudi, tunisino irregolare di 53 anni senza fissa dimora.

Nemmeno l’opportunità di assurgere alla ribalta delle cronache per omicidio. Il clochard ha infatti ammazzato a coltellate il suo benefattore, don Roberto Malgesini, il sacerdote che più volte l’aveva accolto in chiesa per sfamarlo, ripulirlo e vestirlo e che gli aveva trovato anche un avvocato per risolvere i suoi problemi legali. L’assassino, dopo il delitto, si è costituito ai carabinieri dapprima ammettendo le proprie responsabilità.

Don Roberto Malgesini

Sano di mente Radhi avrebbe accoltellato il parroco perché convinto di un complotto in suo danno ai fini di farlo rimpatriare in Tunisia, nazione da cui era fuggito nel 1993. Frottole, un balordo come tanti altri. Un balordo dietro le sbarre a fronte di un sacerdote dentro una bara i cui funerali si sono svolti oggi a Rogoledo di Cosio, in Valtellina, tra una folla di cittadini increduli e atterriti. Radhi ha poi ritrattato la sua versione dei fatti. Crede di fare il furbo. Si vedrà.

Purtroppo le modalità dell’assassinio e quel colpo fatale alla gola riportano alla memoria altri delitti per mano di ex migranti provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo. Come quello di Maurizio Gugliotta finito con una coltellata alla gola da Khalid De Greata, un nigeriano di 28 anni che nell’ottobre del 2017 uccise senza motivo il 51enne torinese. Due anni dopo la sentenza di condanna ad appena 12 anni di carcere concluse il processo con rito abbreviato. Ben due perizie psichiatriche avevano accertato la seminfermità mentale e disturbo psicotico con caratteristiche paranoidi del nigeriano, pur in grado di intendere e volere al momento della coltellata alla gola.

Maurizio Gugliotta

Durante il processo la difesa arrivò ad affermare che De Greata fosse stato traumatizzato dal viaggio in barcone. Una beffa per la famiglia Gugliotta. La moglie e i figli non riescono ancora ad accettare una condanna così mite. Ma tant’è. E’ segno che essere malati di mente autorizza l’omicidio di un bravo padre di famiglia, dicono i Gugliotta. Sarà cosi. Non aveva moglie e figli, invece, don Roberto come non li aveva il parroco di Ponte Chiasso don Renzo Beretta, ucciso nel 1999 da un immigrato al quale aveva offerto accoglienza.

Tre casi “fotocopia” quelli di Malgesini, Gugliotta e Beretta, altrettanto simili a molti altri. Come non ricordare l’omicidio dei coniugi Vincenzo Solara e Mercedes Ibanez consumato nel 2015 a Palagonia, in Sicilia, ad opera dell’Ivoriano di 18 anni Mamadou Kamara? Kamara uccise i due coniugi in maniera orrenda e in secondo grado è stato chiesto l’ergastolo. Per quella mattanza sanguinaria ne meriterebbe due. Epoche diverse, Governi diversi ma per tutti gli omicidi esiste un unico comune denominatore: il fallimento dello Stato.

Vincenzo Solara e la moglie Mercedes Ibanez

Non basta accogliere indiscriminatamente. Semmai occorre assistere, spingere all’integrazione e assicurare il lavoro per chi arriva da noi con l’intento di rifarsi una vita e osservare le nostre leggi. Ma senza esitare bisogna respingere al mittente chi non ha diritto all’accoglienza, chi ha ucciso e stuprato, chi ha rubato e truffato, chi non intende integrarsi e ragionare con la nostra testa accettando la nostra cultura ed il modo di vivere e pensare.

L’assassino Mamadou Kamara

Diverse forze politiche additano preti, associazioni di volontariato e Ong che aiutano i migranti quando il vero problema è l’incapacità di gestione del fenomeno migratorio da parte di una certa classe politica che, da oltre 30 anni, non ha inteso risolvere la situazione coinvolgendo in prima persona l’Europa. Una persona per bene rimane per bene a tutte le latitudini, l’assassino rimane tale a prescindere dal suo colore e dalla propria religione. E’ un delinquente e basta. E prima o poi ammazza il prete, stupra l’anziana e sgozza una povera donna per poi gettarla dal balcone. Sarebbe ora di finirla. 

 

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