Il 25% delle cittadinanze concesse in Lombardia. La provincia italiana con il maggior numero di alunni con Cni rimane Milano.
Roma – Sono triplicati gli alunni con cittadinanza non italiana (Cni) nati in Italia. Lo dice il 30esimo Rapporto sulle migrazioni di Fondazione Ismu Ets. I nati in Italia figli di immigrati sono passati da 588.986 del 2020/21 a 598.745 nel 2022/23, quasi 10mila unità in più. Dalla prima rilevazione dell’a.s. 2007/08 ad oggi, il gruppo è passato da circa 200mila a quasi 600mila e rappresenta il 65,4% degli alunni con Cni. Più dei due terzi degli alunni censiti come non italiani sono costituiti dalle cosiddette seconde generazioni. L’incidenza percentuale di questo gruppo sul totale degli alunni con Cni cresce in tutti i livelli scolastici e ne costituisce attualmente la maggioranza: nelle scuole dell’infanzia, i nati in Italia ogni 100 alunni con background migratorio sono 81; 69 alla primaria, 63 alle secondarie di primo grado e 50 in quelle di secondo grado.
In generale, dopo la crescita rallentata degli ultimi anni, nell’anno scolastico 2022/23 il numero degli alunni stranieri, nati all’estero e nati in Italia, si attesta a 914.860 presenze, corrispondenti all’11,2% sul totale degli iscritti nelle scuole italiane (8.158.138) dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. Per quanto riguarda la provenienza, gli studenti sono originari di circa 200 Paesi diversi. In particolare, il 44% è di origine europea; più di 1/4 è di origine africana; attorno al 20% asiatica e quasi l’8% dell’America latina. La cittadinanza più numerosa è rappresentata dalla Romania, con quasi 149mila studenti. Seguono: Albania (118mila presenze) e Marocco (114mila). La Lombardia accoglie un quarto degli alunni con background migratorio (231.819 unità), seguita da Emilia-Romagna (111.811), Veneto (99.604), Lazio (83.716) e Piemonte (81.762).
La provincia italiana con il maggior numero di alunni con Cni rimane Milano (82.396), seguita da Roma (66.385), Torino (40.605) e Brescia (33.362). Il 25% delle cittadinanze concesse in Lombardia. Nel 2023 un quarto delle acquisizioni di cittadinanza è stato concesso in Lombardia (25,1%) e poco più di una su dieci in Emilia-Romagna (12,6%) e Veneto (11,6%). I principali Paesi da cui provengono i nuovi cittadini sono Albania e Marocco, rispettivamente con un’incidenza di 74 e 61 nuovi cittadini italiani ogni 100 stranieri (tuttora) della stessa origine. In calo i permessi di soggiorno per lavoro.
Per quanto riguarda gli ingressi in Italia, il Rapporto Fondazione Ismu Ets evidenzia come, in generale, negli ultimi anni il nostro Paese sia stato poco attrattivo rispetto alle nuove migrazioni per lavoro e per motivi di studio, mentre ha dimostrato una maggiore capacità di richiamo sia sul fronte dei ricongiungimenti familiari, per effetto di processi di stabilizzazione di migrazioni pregresse, sia su quello della ricerca di protezione. Infatti, riguardo ai permessi di soggiorno, nel 2023 si è registrata una importante riduzione di quelli per lavoro (-42,2% rispetto al 2022), probabilmente per l’esaurimento degli effetti precedentemente prodotti dai permessi per emersione, una componente che nel 2022 copriva il 72,6% dei permessi per lavoro.