MASCHERINE, GUANTI E DISINFETTANTI BLOCCATI IN DOGANA

Milioni di dispositivi indispensabili bloccati dalla burocrazia in dogana. Nel frattempo i prezzi vanno alle stelle e gli scaffali si svuotano. E c’è pure chi ricorre alla borsa nera…

“…Sto cercando di comprare guanti e disinfettanti per il mio studiodice un medico veterinario – ma i miei fornitori mi hanno detto che fanno fatica ad evadere gli ordini perché la Protezione Civile sequestra il materiale alla Dogana. L’ultimo “sequestro” era sui guanti monouso, ed infatti adesso sono introvabili ma ora non si trova neppure l’alcool denaturato. Una tanica da 5 litri, su internet, si trova come minimo a 50 euro. Quasi quasi mi compro due bottiglie di Centerbe (un noto liquore) a 70 gradi, non contiene zucchero, quindi va bene per disinfettare e ogni tanto mi faccio pure un cicchetto…”.

Facendo anche noi una ricerca su internet, abbiamo visto che qualche prodotto c’è, o meglio: ci sono piccole bottiglie di alcool etilico denaturato, ma a 70° e non 90°, mentre quelle a 90° ad un prezzo abbordabile “non solo al momento disponibili”. Diversamente, appunto, ci sono taniche sui 50 euro, a volte anche qualche cosa meno, però se ne ordine un certo quantitativo, almeno delle spese di spedizione non le paghi. Per quanto riguarda i guanti monouso, invece, questi sono praticamente spariti dai negozi mentre nei supermercati, se va bene, “resistono” due giorni al mese in quanto vanno, letteralmente, a ruba. Un’indagine di mercato ha rilevato che 5 farmacie su 6 non li hanno più mentre 14 supermercati su 15 hanno gli scaffali vuoti. E se per caso aveste la fortuna di trovarne il prezzo farà la sua parte: oltre 30 centesimi al paio contro i 3 centesimi pre Covid. Ma come mai?

Mascherine ferme alla dogana ?

Cercando una risposta sul sito dell’Agenzia Dogane Monopoli si trovano non solo tante altre testimonianze ma anche un po’ di risposte. Prima di tutto l’agenzia fa un distinguo: che differenza c’è tra sequestro e requisizione della merce in Dogana? Il sequestro (penale o amministrativo) è una misura di blocco della merce che gli Uffici Doganali applicano nel caso in cui ravvisino violazioni di legge, di natura amministrativa o penale, come il tentativo di esportazione di Dispositivi di protezione individuale, i cosiddetti Dpi, verso un Paese extra UE in assenza della preventiva autorizzazione. La requisizione, invece, è il provvedimento con cui il commissario straordinario per l’Emergenza acquisisce per conto dello Stato la proprietà della merce che ritiene utile alla lotta del Covid 19 per assegnarla alle strutture operanti nell’emergenza. Nel caso di requisizione il Commissario provvederà a rimborsare al proprietario della merce il valore della stessa calcolato al dicembre 2019 al fine di contrastare manovre speculative:

“…Sono il titolare di un’azienda che produce imballaggi in legno (codice ATECO 16.24)- scrive un utente – e ho importato 500mila mascherine per uso interno dei miei 50 dipendenti. Posso utilizzare lo sdoganamento diretto perché rientro tra i codici ATECO non soggetti alla sospensione dell’attività produttiva?..”.

Prezzi esorbitanti per l’alcool denaturato

L’agenzia dà l’ok, specificando che quel codice Ateco è incluso nei servizi di pubblica utilità dall’allegato al DPCM, pubblicato sul sito dell’Agenzia, PERÒ, e lo stampatello va tassativamente riportato, «l’operazione potrebbe non superare il controllo antifrode in quanto risulterà che l’imprenditore intende porre in essere una operazione di accaparramento a fini speculativi, non consentita durante l’emergenza Covid 19, per i seguenti motivi: 1) la merce destinata ad essere immagazzinata è di molto superiore a quella importata per essere utilizzata subito, 2) la scorta fatta dall’imprenditore è evidentemente ed eccessivamente superiore a quella di cui avrebbe bisogno per soddisfare le esigenze dei propri dipendenti nell’immediato periodo di crisi».

“…Sono il famoso vocalista armeno Adrian Devitshenko (nome di fantasia) e sono rimasto bloccato in Italia a causa della crisi Covid-19. Vorrei inviare 1.000 mascherine alla mia famiglia ad Erevan, in Armenia, posso farlo?..”.

Qui entra in gioco la Protezione Civile che con l’Ordinanza n.639 del 25 febbraio 2020 vieta l’esportazione di materiale Dpi verso Paesi extra UE senza la preventiva autorizzazione. Vietato poi comprare mascherine “come privati cittadini”.

“…Sono un privato cittadino non compreso tra i soggetti di cui all’art.2 dell’ordinanza commissariale n. 6/2020 e ho ordinato 50mila mascherine da importare con procedura di svincolo celere, per regalarle ai miei vicini si casa. Saranno requisite in Dogana?..”.

I guanti, sempre più merce rara

 

“…Le mascherine – risponde l’agenzia – saranno bloccate in dogana e segnalate per requisizione per due motivi: 1) perché ai sensi dell’ordinanza n. 6 i privati non possono importare Dpi né con svincolo diretto né con svincolo celere. 2) perché la motivazione addotta in autocertificazione è evidentemente elusiva del divieto di effettuare importazioni speculative ed è presumibile che la reale finalità sia quella di rivendita non autorizzata…”.

Non privato cittadino, ma titolare di un’attività:”…Sono un grossista di prodotti per la casa – scrive un altro utente – ho ordinato 300mila mascherine che distribuirò così: 50mila a 5 supermercati miei clienti, 50mila a dieci farmacie mie clienti, le restanti 200mila le voglio mettere nel mio magazzino per venderle successivamente anche online. Ho utilizzato la procedura di svincolo diretto producendo le autocertificazioni compilate e sottoscritte dai miei clienti…”.

Anche qui, niente da fare: ”…L’attività di commercio all’ingrosso di prodotti per la casa – chiudono dalla Dogana – non è prevista nei servizi di pubblica utilità dai provvedimenti governativi, pertanto il grossista potrà utilizzare la procedura di SVINCOLO DIRETTO solo dimostrando che i beni sono destinati a utilizzatori finali rientranti nelle predette liste e producendo le relative autocertificazioni, soggette a controllo e verifica dagli Uffici Doganali…”.  

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