Maria Basso: pranzo con delitto?

Sembra il copione di una fiction la tragica vicenda della morte dell’ex dipendente della Farnesina deceduta in una Rsa etnea dopo un lauto pranzo a base di spaghetti. Sul suo decesso indaga la Procura di Catania mentre gli inquirenti di Vicenza procedono per circonvenzione d’incapace. L’anziana lascia un patrimonio di 500mila euro.

Catania – Appena si sapranno i risultati dell’autopsia ed i beneficiari dell’ultimo testamento della vittima si potranno chiarire i tanti particolari inquietanti che si celano dietro la morte di Maria Basso, 80 anni, morta a Catania per cause ancora in via di accertamento. L’anziana pensionata, nata ad Asiago, aveva avuto un’esistenza piuttosto movimentata. Il padre, costruttore edile, aveva vissuto e lavorato per molti anni all’estero.

Maria Basso

La donna, dipendente della Farnesina, era stata trasferita a Teheran, in Iran, da dove era fuggita dopo la rivoluzione di Khomeini. Poi aveva lavorato presso diverse ambasciate e consolati negli Stati Uniti e in Australia. Rimasta nubile, dopo la pensione, Maria Basso era tornata in Italia per assistere i suoi genitori. Una volta rimasta sola e affetta da diverse patologie l’ex impiegata del ministero degli Esteri aveva trovato ospitalità e cure presso la Rsa “Giovanna Maria Bonomo”, ubicata in posizione privilegiata sull’altopiano di Asiago, dove risiedeva da anni. La donna aveva ritrovato un suo equilibrio, era sempre sotto controllo medico e viveva un’esistenza tranquilla e serena.

Tutto questo sino al 4 settembre dell’anno scorso quando, per il suo 80mo compleanno, l’anziana donna decideva di riunire tutta la famiglia ovvero i cugini vicentini, parenti del padre, e quelli siciliani, mai conosciuti, parenti della madre. La festa sarebbe stata organizzata da un’infermiera della Rsa atteso che le condizioni psicologiche di Maria non le avrebbero permesso di occuparsi dei dettagli. In quell’occasione l’anziana conosceva Paola Pepe, seconda cugina da parte di madre. L’affine siciliana ed il suo compagno, dopo quel primo incontro, si recavano ad Asiago più volte per incontrare Maria, erede di un patrimonio di circa 1 milione di euro in beni mobili e immobili. I due parenti di Catania avrebbero parlato con lei del testamento che fino ad allora aveva come beneficiario un istituto salesiano di Milano. Il 1 dicembre scorso i due congiunti di secondo grado portano Maria a pranzo fuori, nonostante l’anziana pare fosse sottoposta ad alimentazione controllata.

La Rsa “Giovanna Maria Bonomo” di Asiago dove viveva la povera pensionata

In serata la donna non tornava nella Rsa tanto che la dirigente si vedeva costretta a telefonare alla cugina siciliana che le rispondeva, prima a voce e poi con una lettera, che Maria Basso aveva deciso di non tornare in struttura e che da quel giorno in poi sarebbero stati i suoi parenti isolani ad occuparsi di lei. Detto, fatto. Maria Basso sparisce ma non prima di aver chiesto allo studio notarile Muraro di Marostica di licenziare, quale amministratrice dei suoi beni, una sua cara amica sostituita, nel frattempo, con la cugina Paola Pepe. Il giorno dopo Maria Basso veniva trasferita nella casa di riposo Nuova Veteres di Aci Castello, alle porte di Catania.

Qui i parenti siculi, il 16 dicembre scorso, invitavano ancora una volta a pranzo l’anziana parente che dopo aver deglutito parte di un piatto di spaghetti si sentiva male sino al decesso avvenuto presso la Rsa castellese dopo una prima corsa in ospedale. Adesso è guerra fra i parenti vicentini e quelli catanesi mentre la Procura di Vicenza, a seguito di una dettagliata denuncia presentata dal cugino Mario Basso, rappresentato dall’avvocato Roberto Rigoni Stern, ha aperto un fascicolo per circonvenzione d’incapace. Si veniva a sapere poi dell’esistenza di un secondo testamento olografo che avrebbe sostituito il primo, di fatto cancellando come beneficiario del patrimonio di Maria Basso l’istituto salesiano milanese sostituendolo, come pare, con i parenti etnei.

La Rsa “Nuova Veteres” di Acicastello dove era stata trasferita la pensionata poi deceduta nella sua stanza.

Il nuovo scritto risulterebbe depositato presso un notaio di Catania ed i nuovi favoriti, in via ufficiale, si conosceranno solo quando il testamento verrà aperto. La Procura di Catania, che indaga sulla morte dell’anziana, ha disposto l’autopsia sul cadavere di Maria che si trova ancora presso l’obitorio dell’ospedale Cannizzaro. I carabinieri di Catania hanno ascoltato, sembra come persone informate sui fatti, Paola Pepe, il suo compagno oltre al responsabile ed al personale della Rsa di Acicastello. In buona sostanza i parenti veneti ritengono che quelli siciliani avrebbero organizzato il “rapimento” e tutto il resto per mettere le mani sul patrimonio della povera pensionata, forse strozzata da un forchettata di spaghetti che le sarebbe andata per traverso. Vero o falso?

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