Il viaggio in auto verso casa, il ritorno in pizzeria in autostop, i messaggi notturni ad un amico: una nebbia avvolge le ultime mosse della cameriera di Susa prima di diventare un fantasma.
SUSA (Torino) – Troppi misteri e menzogne sulla strana sparizione della cameriera di Susa dal passato nebuloso. Poco chiari anche le ultime ore della donna, il suo tragitto verso casa in compagnia del collega pizzaiolo, un mazzo di chiavi rinvenuto per strada e diversi messaggi su WhatsApp, probabilmente non scritti di suo pugno. Incominciamo dalla Fiat Punto rossa (e non con la Panda verde della donna come inizialmente si era creduto) con la quale Mara Favro, 51 anni, mamma di una bambina di 9 anni e cameriera ai tavoli del locale “Don Ciccio” di Chiomonte e il pizzaiolo Cosimo, avrebbero lasciato il paese, diretti a Susa, tra il 7 e l’8 marzo, prima che la donna si dileguasse come un fantasma. La vettura, colpita da fermo amministrativo e priva di assicurazione, sarebbe stata condotta da Mara mentre sul lato passeggero sedeva Cosimo a cui l’auto era stata prestata dal proprietario, un uomo di origini latinoamericane, che nulla saprebbe di quanto accaduto.
La Punto, rimossa dalla pubblica via a Bussoleno ad opera di un carroattrezzi su disposizione dei carabinieri, era rimasta parcheggiata dalla sera della scomparsa di Mara. Che cosa è accaduto durante il tragitto? Chi è che racconta fesserie sulle ultime ore della donna ancora in vita? Ma sarà poi vero che Mara e Cosimo erano saliti a bordo di quell’auto? Infatti a raccontare che la cameriera (con patente di guida) e il suo collega (senza patente) si trovavano sulla Punto rossa la sera della sparizione di Mara è soltanto Vincenzo Milione detto Luca, pregiudicato per droga e prostituzione, gestore del locale dove i due lavoravano.
Per appurare se Milione dice la verità gli investigatori dell’Arma stanno controllando tutte le telecamere di zona, sia pubbliche che private, che potrebbero aver ripreso il passaggio della vettura, atteso che gli impianti di videosorveglianza fossero tutti funzionanti e in grado di mantenere, per giorni, le relative registrazioni. Queste ultime, per legge e sempre che si tratti della rete pubblica, possono memorizzare i dati rilevati per non più di sette giorni dunque si vedrà. Milione avrebbe raccontato agli inquirenti che la Favro se ne sarebbe andata dalla pizzeria intorno alle 2 e mezza di notte, a piedi, per raggiungere casa a Susa. Poi la cameriera sarebbe ritornata nel locale, in autostop o a piedi e anche questo particolare rimane poco chiaro, per recuperare le chiavi di casa che aveva dimenticato sul bancone.
Alcuni giorni addietro un inviato di “Chi l’ha Visto?” avrebbe recuperato un mazzo di chiavi sulla strada che da Chiomonte porta a Susa. L’oggetto recava un portachiavi a forma di delfino che tanto assomiglia ad un tatuaggio che Mara aveva impresso su una spalla. Saranno sue quelle che chiavi? Lo accerteranno i carabinieri che adesso sono in possesso dell’importante reperto. Poi ci sono i messaggi che sarebbero stati inviati da Mara la notte della sua scomparsa. E’ l’alba dell’8 marzo, giornata della donna, ironia della sorte, e la donna prende appuntamento con un amico conosciuto in pizzeria per fare colazione insieme. I due avevano iniziato a chattare dalle 2 di notte:
“Vuoi fare colazione con me?” avrebbe scritto Mara all’uomo, precisando “Per le 8.30/9”. Alle 6.20 successive Mara confessa all’amico di chiudere il rapporto di lavoro con la pizzeria “Don Ciccio”: “Sai, ho deciso di mollare la pizzeria, mi trattano come una pezza da piedi, ma io valgo molto di più” avrebbe scritto la donna mentre l’amico, che verrà sentito dai militari, le avrebbe risposto con messaggi più brevi. I primi due verranno recapitati sul cellulare di Mara alle 6,21 mentre gli altri delle 9.05, a ben vedere la spunta singola sul cellulare dell’uomo, non verranno recapitati e lo smartphone della donna rimarrà spento o non raggiungibile.
Ma la donna è già sparita nel nulla. Viva o morta? Massimiliano, ex marito di Mara, sostiene che il comportamento tenuto dalla donna la notte della scomparsa sarebbe per lo meno insolito. Infatti la cameriera, finito il suo turno di lavoro e dovendosi preparare per quello successivo, non avrebbe dormito nemmeno un istante. Non è strano? Fosse solo questa la stranezza.