Maltrattamenti in un centro per disabili a Milano: sospesi 8 operatori tra educatori e responsabili

Urla, insulti, schiaffi e punizioni in un centro diurno della zona Vigentino. Le vittime, anche affette da sindrome di Down, hanno subito abusi documentati da intercettazioni ambientali.

Milano – Schiaffi, insulti, strattoni, minacce e isolamenti punitivi. È quanto sarebbero stati costretti a subire gli ospiti di un centro diurno per persone con disabilità situato nel quartiere Vigentino a Milano, dove otto operatori, tra cui sei educatori e i due responsabili della struttura, sono stati raggiunti da una misura cautelare eseguita lo scorso 8 aprile dai Carabinieri della stazione Vigentino.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto per tutti il divieto di esercitare attività di educatore o lavorare presso strutture che accolgono persone con disabilità.

L’inchiesta è partita nel giugno 2024 dopo la denuncia di una ex dipendente, che ha raccontato di episodi di maltrattamento reiterati ai danni degli utenti della struttura. Le indagini, coordinate dalla Procura, hanno incluso intercettazioni ambientali e acquisizione di documenti interni, riuscendo a documentare i maltrattamenti avvenuti tra dicembre 2023 e l’autunno del 2024.

Tra settembre e ottobre, le registrazioni ambientali hanno svelato comportamenti violenti e denigratori ai danni di almeno dieci persone, di età compresa tra 20 e 60 anni, molte delle quali affette da sindrome di Down.

Secondo la Procura, gli indagati avrebbero, nel tempo, sottoposto gli utenti a trattamenti denigratori e violenti, tra cui urla, minacce, insulti, isolamento punitivo, strattoni, impiegandoli anche per scopi personali (come farsi fare massaggi) e non facendogli svolgere le attività formative previste.

Il quadro indiziario è stato ritenuto grave e attuale, tale da giustificare misure cautelari per prevenire la reiterazione dei reati e l’inquinamento delle prove. Il provvedimento è stato emesso proprio per tutelare le vittime, particolarmente vulnerabili.

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