Il killer pare conoscesse bene le abitudini della donna e sarebbe entrato in casa sapendo che la porta era aperta. Arma del delitto e telefonino della vittima non si trovano. Fattivamente ricercato l’uomo di 60 anni circa che avrebbe chiesto della pensionata ai vicini di casa. Lo sconosciuto sembra sparito nel nulla.
Malnate – Chi ha ucciso Carmela Fabozzi, 73 anni, la signora gentile e riservata che viveva in via Sanvito 15 a Malnate? Se lo chiedono il figlio della vittima, i vicini di casa ed i carabinieri del Comando provinciale di Varese, diretti dal colonnello Giancluca Piasentin, che stanno indagando sul brutale omicidio.
Infatti dall’esame autoptico ordinato dalla Procura di Varese, eseguito lo scorso 26 luglio, la donna sarebbe stata colpita con un corpo contundente, verosimilmente una spranga, che le avrebbe provocato una prima frattura mortale al cranio ed una seconda, sempre al capo, anch’essa inferta con forza e dagli esiti devastanti.
Il delitto sarebbe avvenuto il 22 luglio, intorno alle 17 o poco prima. A rinvenire il cadavere, immerso in un lago di sangue nel salotto di casa, sarebbe stato il figlio della vittima che, da qualche mese, era tornato dalla madre dopo il naufragio del suo matrimonio. Il giovane imprenditore edile, che lavora in Svizzera, sarebbe rientrato nella corte storica di via Sanvito intorno alle 20 e avrebbe scoperto il corpo senza vita della madre.
Nonostante le evidenze l’uomo e due vicini di casa, Daniele e Luigi Carnevale, avrebbero comunque chiamato il 118 tentando anche di rianimare la povera Carmela che era già spirata. Subito dopo giungevano sul posto i carabinieri che non rilevavano alcun segno di effrazione alla porta d’ingresso dell’abitazione, men che meno qualcosa di anormale intorno al cadavere fatta eccezione per il mancato ritrovamento dell’arma del delitto e del telefonino della vittima.
Pare anche dalla casa di Carmela Fabozzi non sia sparito nulla ovvero soldi e preziosi che sarebbero rimasti nei rispettivi cassetti dove erano conservati. Dunque quale potrebbe essere il movente di tanta violenza nei riguardi di una donna già provata duramente dalla vita ma stimatissima da tutti? Carmela, infatti, aveva perso il marito anni fa e subito dopo un figlio.
La doppia tragedia l’aveva colpita duramente ma con il passare degli anni Carmela Fabozzi aveva tentato di farsene una ragione cercando di mitigare il dolore che, però, non l’aveva mai abbandonata. Successivamente i carabinieri del Nucleo Investigativo repertavano ogni singolo elemento utile ad identificare il killer. Impronte digitali, tracce biologiche e un Dna, così come le immagini delle telecamere di videosorveglianza stradale le cui immagini sono state acquisite nel fascicolo aperto per omicidio, al momento contro ignoti.
Eppure un indizio potrebbe apportare importanti novità nell’inchiesta: alcuni vicini di casa riferiscono di aver visto un uomo, sui 60 anni, chiedere della vittima ad alcuni residenti della corte. Lo sconosciuto, diversi giorni prima della tragedia, sarebbe stato visto in zona da più persone già interrogate dai militari. Gli inquirenti hanno ascoltato tutti i parenti della vittima: il figlio, il fratello della vittima e la sua compagna.
Al momento non risultano dissidi familiari o con amici e conoscenti. C’è da dire anche che la vittima non avrebbe subito violenza sessuale dunque è da escludere un omicidio a sfondo passionale. Le indagini spaziano anche nell’ambito della comunità religiosa dei Testimoni di Geova con i quali Carmela Fabozzi avrebbe avuto una qualche frequentazione.
Irreprensibile la vita della vittima che pare non avesse amicizie maschili particolari ma solo femminili con le quali si intratteneva nemmeno tanto spesso. Dunque chi le voleva male a tal punto da ammazzarla? Per quale motivo? Alle indagini lavorano fattivamente anche gli esperti del Ris a cui spetta l’elaborazione scientifica di tutti dati in possesso degli inquirenti.
Nel frattempo sarebbe stato realizzato anche un identikit dell’uomo che si aggirava all’interno e all’esterno della corte. Altri due particolari fanno dell’omicidio un giallo: Carmela, che soffriva il caldo, teneva sempre aperta la porta di casa. Il giorno del ritrovamento del cadavere la porta era chiusa. Ma c’è di più: la pensionata non lasciava mai appese le mollette sui fili per stendere la biancheria.
Dopo l’uso era solita riporle dopo aver ritirato e piegato il bucato. Il 22 luglio scorso le mollette erano ancora agganciate ai fili. L’assassino conosceva bene le abitudini di Carmela?