L’inaspettata sentenza a Palermo: il giudice riconosce il conflitto reciproco.
Palermo – Una relazione malsana, segnata da litigi, accuse e violenze e culminata in un processo che si è concluso con un verdetto inatteso. Una donna di 54 anni, accusata di aver maltrattato il marito 29enne con insulti, aggressioni fisiche e ripetute percosse, è stata assolta dal tribunale. La motivazione? Si trattava di una situazione di conflittualità reciproca e non di un caso di violenza unilaterale. La Procura aveva richiesto per l’imputata una condanna a due anni di reclusione, ma il giudice ha stabilito che “il fatto non sussiste”.
I fatti risalgono al periodo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Secondo quanto denunciato dall’uomo, la moglie lo avrebbe colpito più volte, provocandogli lesioni documentate con prognosi che andavano dai cinque agli otto giorni.
Il culmine sarebbe stato raggiunto in tre episodi distinti: il 5 dicembre 2017, quando la donna gli avrebbe sferrato dei pugni alla spalla; il 25 dicembre dello stesso anno, quando un bicchiere lanciato contro di lui gli avrebbe causato ferite; e il 16 gennaio 2018, quando un calcio alla schiena lo avrebbe costretto a ricorrere nuovamente alle cure ospedaliere.
Dopo la denuncia, si è aperto un procedimento giudiziario che ha visto la donna alla sbarra a partire dal 9 aprile 2019. Tuttavia, il 18 marzo 2021, il marito ha deciso di ritirare le querele e ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo.
Il giudice ha analizzato le dinamiche della vicenda, sottolineando che le testimonianze raccolte erano “profondamente contraddittorie” e indicavano una situazione di conflitto reciproco piuttosto che un chiaro caso di maltrattamenti sistematici. Le violenze denunciate, secondo la sentenza, sarebbero state circoscritte a un periodo breve e isolato all’interno della loro relazione matrimoniale.
Il tribunale ha evidenziato che la stessa vittima aveva ammesso come i problemi fossero emersi solo tra dicembre 2017 e gennaio 2018, e che prima di quel periodo non vi erano mai stati episodi di aggressività. Inoltre, dalle testimonianze è emerso che entrambi i coniugi si sarebbero aggrediti reciprocamente, al punto che la donna avrebbe agito in alcuni casi per difendersi.
Alla luce di queste considerazioni, la corte ha assolto l’imputata, confermando che non vi erano prove sufficienti per dimostrare una condotta di maltrattamenti continuativi a suo carico.