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L’uomo di Rixi travolto dalla bufera su Toti, Lega preoccupata per i risvolti su Ivan Pitto

Salvini guida la carica anti pm: “Ci vorrebbero cimici per loro”, e il suo numero 2 ai Trasporti: “pesca a strascico per prendere pesci”.

Roma – L’arresto del governatore Giovanni Toti ha creato un vero e proprio terremoto nel mondo politico. Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, oltre ai tecnici del diritto penale, hanno mostrato perplessità per il metodo attuato dalla magistratura. E poi c’è la Lega, preoccupata in particolare – anche se non ne parla apertamente – dell’indagine piovuta su Ivan Pitto, l’imprenditore del Carroccio scelto da Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti e uomo forte della Lega in Liguria. Accusato di corruzione, Pitto è presidente della società regionale Liguria International (ora sospeso) e consigliere dell’Aeroporto di Genova. “Se per un’opera da 1,5 miliardi come la diga di Genova ci si fa corrompere per due bonifici da 40 mila euro significa che siamo un popolo di pezzenti”, è insorto Rixi parlando della vicenda.

Il viceministro ai Trasporti, senza citare Pitto fa quadrato su Toti e denuncia: “Questo Paese deve consentire alla politica di fare le cose senza paura di farle. Da domani mattina nessuno spingerà più sull’acceleratore. Perché se dire a un imprenditore di accelerare un provvedimento può diventare ipotesi di reato, a fronte di una pessima legge perché si è tolto il finanziamento pubblico ai partiti, però allora poi bisogna fare le cene di finanziamento, in questo paese vuol dire che a turno saranno indagate tutte le forze politiche“. E ancora, attacca “Qualcuno ci spieghi come non risultare collusi. Non vorrei che si facesse una pesca a strascico per far sì che più pesci abbocchino, ma per demolire quale sistema?”.

Edoardo Rixxi Foto Fabio Cimaglia

Intanto il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini guida la carica anti pm e rilancia: “Ci vorrebbero delle cimici per loro”. Mezzo governo, sostiene, sta con Giovanni Toti: “se ogni indagato si dimette l’Italia si ferma domani – attacca il ministro dei Trasporti – Vorrei sapere, se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato”. L’attacco è violento e frontale, e arriva anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto che ieri, su X, ha commentato l’inchiesta giudiziaria che ha terremotato la giunta di centrodestra che dal 2015 amministra la Regione Liguria.

“Con la logica usata per Toti (a cui non viene contestato alcun vantaggio personale e privato) si possono arrestare la quasi totalità dei sindaci, dei presidenti di Regione, dei dirigenti pubblici. Suppongo potrebbero anche arrestare la maggior parte dei magistrati”, accusa Crosetto, e aggiunge: “Vorrei far notare che sta alla Procura provare le proprie tesi e non a lui la sua innocenza, perché lo è fino a quando un tribunale non lo avrà condannato definitivamente. Da ciò che ho letto nelle carte della stessa Procura invece ho l’impressione che ci sia scarso interesse di ricerca della verità“.

Guido Crosetto

Parole a cui si ribella Deborah Serracchiani: “Il pizzino del ministro della Difesa attraverso i social e le dichiarazioni incendiarie del vicepremier – tuona la responsabile giustizia del Pd – sono la conferma che il governo ha una strana interpretazione della separazione dei poteri. Meloni li richiami immediatamente, hanno superato il limite”. Gli inquirenti, comunque, starebbero valutando anche la possibilità di sentire come persona informata sui fatti il sindaco di Genova Marco Bucci, non indagato, il cui nome compare più volte negli atti dell’inchiesta della procura del capoluogo ligure. Il primo cittadino, in particolare, potrebbe essere sentito sia sulle concessioni dei terminal portuali e sia su quelle della grande distribuzione.

L’ipotesi di finanziamento illecito, che pare essere il fulcro dell’inchiesta, ad oggi è contestata a Francesco Moncada, il componente del Cda di Esselunga, e a Maurizio Rossi, l’editore della testata Primocanale. Dal palazzo di giustizia di Genova è stata diffusa ieri una singolare nota firmata dal procuratore Nicola Piacente per puntualizzare la correttezza della operazione di polizia giudiziaria a carico degli indagati, a differenza di quanto raccontato da alcune ricostruzioni giornalistiche in questi giorni. Gli arresti sono tutti stati effettuati “nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e della dignità delle persone”.

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