I due congiunti arrestati dalla polizia francese si guardano bene dal parlare e si dichiarano estranei ai fatti contestati. Lo zio di Saman ha rifiutato l’estradizione ma la Francia potrebbe concederla a prescindere dalla decisione dell’indagato di omicidio volontario. Anche il terzo ricercato, Nomanhulaq Nomanhulaq, potrebbe cadere nella rete della polizia parigina entro breve tempo.
Novellara – Di Saman Abbas nessuna nuova. Lo zio Danish Hasnain, ritenuto il presunto assassino della diciottenne, è stato arrestato ma si è subito dichiarato innocente. Né più, né meno come ha fatto il cugino Ijaz Ikram, anche lui ammanettato in Francia e che, dopo mesi di galera, sembra più tranquillo che mai.
I genitori della vittima sono stati rintracciati dalla polizia pakistana ma saranno i carabinieri a prelevarli dal loro nascondiglio? I conti non tornano sulla vicenda che è costata la vita alla povera Saman, colpevole di essersi ribellata alle assurde tradizioni religiose di un Paese che utilizza ancora la legge del taglione quando si sgarrano i dettami del Corano.
Poi ci sono i genitori del suo fidanzato che invocano un visto per l’Italia atteso che nel loro Paese non si sentono sicuri:
”… La famiglia di Saqib Ayub – dice l’avvocato Claudio Falleti, legale del fidanzato di Saman – versa in una condizione di grave pericolo per la propria vita ed è costretta a nascondersi per paura di ripercussioni già minacciate. Questi comportamenti non possono essere trascurati ed è importante che il ministero e le rappresentanze diplomatiche si attivino affinché null’altro di atroce possa accadere…”.
Insomma un bel da fare per gli inquirenti coordinati dal Pm Laura Galli e per l’autorità giudiziaria che ha richiesto l’estradizione dalla Francia del presunto assassino il cui comportamento travisa sprezzo per la triste vicenda. Il 29 settembre scorso c’è stata l’udienza davanti alla Chambre de l’Instruction durante la quale Hasnain ha rigettato tutte le accuse rifiutando il trasferimento in Italia. Se ne riparlerà nella seconda udienza del prossimo 20 ottobre.
A Parigi si trovano anche i detective dei carabinieri di Reggio Emilia che indagano anche sulla fitta rete di coperture che potrebbero aver contribuito alla latitanza dello stesso Hasnain e del nipote Ikram, entrambi catturati in territorio francese dove non mancano basi terroristiche e sodali di estremisti islamici.
Sul fronte delle ricerche il riferimento all’ago nel pagliaio è scontato. Non avendo una zona precisa dove cercare ma indicazioni generiche le operazioni di controllo sono estremamente difficili. A condurle, senza lasciare nulla al caso, è il tenente colonnello Luigi Regni, comandante della Compagnia carabinieri di Guastalla, con i suoi militari.
A seguito di una lettera anonima giunta nella redazione del quotidiano “Il resto del Carlino” le investigazioni per il ritrovamento del corpo della vittima hanno riassunto vigore dopo la sospensione di due mesi fa. Le indicazioni dello sconosciuto redattore della missiva parlano di pezzi del corpo di Saman dati in pasto ai pesci nel fiume Po.
Se così fosse le possibilità di trovarne traccia sarebbero minime. Infatti Regni non crede a questa versione dei fatti poiché in pieno lockdown sarebbe stato difficile e rischioso trasportare il corpo senza vita di Saman da Novellara sin sulle rive del fiume senza incappare nei numerosi posti di blocco spesso posti anche sulla viabilità secondaria.
Nonostante questa ipotesi l’ufficiale con i suoi uomini non mollano. L’utilizzo di droni, metaldetector e cani particolarmente addestrati alla ricerca di vittime in profondità potrebbero avere un colpo di fortuna e individuare l’eventuale “tana” scelta dagli assassini per nascondere il cadavere. E’ ovvio però che se il corpo della ragazza è stato fatto a pezzi e dato in pasto ai maiali della povera Saman non sarebbe rimasto nulla.
Stessa cosa si era verificata a Novellara quando il fratello di Saman aveva indicato una zona precisa davanti ad una serra. Nonostante l’utilizzo di un elettromagnetometro e il controllo puntiglioso di una vasta area di terreno agricolo i carabinieri non ritrovarono la benché minima traccia della povera studentessa.
Tanto da pensare che quelle indicazioni non fossero altro che l’ennesimo depistaggio riferito dai cugini di Saman al fratello minorenne affinché quest’ultimo, in buona fede, rivelasse il falso agli inquirenti per metterli fuori pista.
I carabinieri sperano anche in qualche ulteriore rivelazione di chi sa. E non sarebbero in pochi anche fra i contadini della zona. Sul fonte internazionale anche Nomanhulaq Nomanhulaq, l’altro cugino di Saman, potrebbe trovarsi in Francia. Un suo fermo a breve è molto probabile.