Uno spettacolo da non perdere, in Italia tra 3 anni. Molte le associazioni amanti della galassia, l’Unione Astrofili Italiani in prima linea.
Roma – Eclissi solare totale oggi 8 aprile 2024, alle 18:38 ora italiana. A poter ammirare il raro evento astronomico più atteso dell’anno saranno tutti i cittadini del Nord America. L’evento sarà infatti visibile a milioni di persone tra Messico, Stati Uniti e Canada che vivono lungo il ‘percorso della totalità’, ossia la fascia dove la Luna sembrerà coprire completamente il sole rivelando l’atmosfera esterna della stella, chiamata corona. Secondo la Nasa, coloro che si trovano lungo la linea centrale del percorso vedranno un’eclissi che durerà tra 3 minuti e mezzo e i 4 minuti. Re Sole avrà una super corona, che sarà 5-6 volte più grande del diametro della stella.
Come un vero re, il Sole indosserà una ‘corona’ d’eccezione per rendere unica l’attesissima eclissi totale che oggi sarà visibile negli Usa: la sua atmosfera più esterna, la corona solare appunto, “potrà essere 5-6 volte più grande del diametro della stessa stella, a causa della concomitanza col periodo di massima attività solare”, come dice Roberto Ragazzoni, docente di astrofisica all’Università di Padova e neo presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Osservare l’eclissi dal vivo o attraverso le numerose dirette disponibili online sarà un’occasione da non perdere, anche perché in Italia dovremo attendere altri tre anni per ammirare uno show simile.
Fin dalla notte dei tempi l’uomo ha contemplato le stelle, i pianeti e tutta la galassia avvolto dalla curiosità e dal mistero. Un fascino senza tempo che arriva ai giorni nostri raccogliendo milioni di appassionati di astronomia in tutta Italia e non solo. Una platea di scienziati, tecnici e gente comune che con cannocchiale alla mano osservano ciò che accade nella volta celeste. Molte sono le iniziative che trainano questa tendenza oggi sempre più crescente a riavvicinarsi a quell’istinto primordiale dell’uomo: a novembre in molti si ritrovano ad esempio all’Astroshow, evento inserito nella Fiera di Cesena l’11 e il 12 novembre. Quest’anno l’appuntamento con le stelle è tornato.
Erano anni che mancava una fiera dell’astronomia amatoriale in Italia, dove potersi incontrare per toccare con mano strumenti e accessori utilizzati per ammirare il cielo, e per scambiarsi informazioni per la ripresa, l’osservazione e lo studio della volta celeste. Una tradizione che si era interrotta quasi vent’anni fa, rievocando il successo raggiunto alla fine degli anni ’90. Eppure, sono molte le associazioni amanti della galassia che continuano ad aumentare di anno in anno nelle iscrizioni. L’Unione Astrofili Italiani (UAI), fondata il 5 novembre 1967 a Cremona, è da oltre 50 anni il principale punto di riferimento culturale, organizzativo e motivazionale degli astrofili italiani, ovvero gli appassionati di astronomia e di scienza in generale.
Ente non lucrativo l’UAI ha una missione ben precisa: promozione della cultura astronomica e scientifica operando in costante e proficua collaborazione con gli astronomi professionisti, gli enti pubblici e privati di ricerca e le Università, il mondo della scuola e dell’istruzione, le istituzioni pubbliche nazionali e locali, le altre Associazioni ed Enti e strutture che condividono, anche in campi affini, obiettivi e metodologie. Di certo però l’astronomia pura nell’era tecnologica ha ceduto un pò il passo alla Space Economy, considerata la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi ‘abilitati’.
Servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo: un’area che rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni. L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: tra le prime nazioni al mondo a lanciare ed operare in orbita satelliti, è tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi terzo Paese contributore. L’Italia ha definito un ‘Piano Strategico Space Economy’, che prevede investimenti paese di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50% coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali.