Provvedimento di auto-aumento dello stipendio ad opera di 70 consiglieri regionali siciliani che, per “adeguarlo” alla crescita inflattiva, lo hanno rimpinguato con 900 euro mensili. Ma che bella pensata.
Roma – Il tempismo dei politici non è dei migliori. Insomma non sanno rassegnarsi a mantenere un profilo autorevole e adeguato in “tempi tristi” come questi in cui migliaia di famiglie devono affrontare gravissimi disagi economici. Anzi prestano il fianco nell’aumentare il gap di indifferenza e avversione che tanti cittadini nutrono nei confronti di certa politica autoreferenziale. Il motivo è semplice: non basta il lauto stipendio che i signori parlamentari già percepiscono, così se lo incrementano con motivazioni farneticanti che ampliano, ancora una volta, il solco del pregiudizio già fortemente presente nella società.
Stiamo parlando, in particolare, dei 70 parlamentari dell’Ars, cioè quelli siciliani che si sono aumentati lo stipendio di 900 euro. Il motivo? Il caro vita, ossia “l’adeguamento Istat”. Già percepiscono ogni mese 11.100 euro lordi. Cresce, così, l’inflazione e cresce anche la spesa dell’Ars per le indennità dei parlamentari che passa dai 10,45 milioni dello scorso anno a 11,2 milioni per il 2023. L’aumento, è opportuno evidenziare, era stato preventivato anni prima, più precisamente con l’approvazione della legge regionale numero 1 del 4 gennaio 2014. Infatti, si legge – nella nota integrativa allo schema di bilancio 2023-2025 – che l’indennità parlamentare e la diaria, sono state modificate per tenere conto del limite complessivo di 11.100 mensili previsto dalla legge. Tutto chiaro, dunque, è solo un adeguamento secondo la variazione dell’indice Istat del costo della vita.
Peccato che non è così per tutti i comuni mortali, destinatari solo di costi e aumenti. Logico pensare, allora, senza per forza essere classificati come populisti, che sia un vero e proprio insulto alla fragilità economica e al malessere sociale che tutti i comuni mortali patiscono a causa dell’inflazione, degli aumenti delle bollette, del carburante, dei beni di prima necessità, alimentari e sanitari. Un insulto, insomma, a tutti quei siciliani che, con enormi sacrifici, a stento arrivano a fine mese. Anche perché in Sicilia si vive dignitosamente anche con molto, ma molto meno denaro al mese di quanto viene erogato ai parlamentari.
Ma ai deputati siciliani non bastano gli oltre 10.000 euro al mese. Vogliono di più, sempre di più. E mentre l’Italia canta e commenta l’outfit di Chiara Ferragni, la canzone di Fedez, le bizzarrie ingiustificabili di Blanco o la performance di Angelo Duro sul palco dell’Ariston, i politici fanno i propri interessi. Legittimi, ma inopportuni. In questo clima festaiolo e canoro, partecipano a pieno titolo i parlamentari nazionali. Attenzione, dunque, perché anche nei palazzi della politica romana gli onorevoli si muovono con passo felpato e si regalano un altro bonus.
Dopo quello per Pc e tablet arriva quello per gli occhiali. Un bonus da 300 euro per l’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto. Visita oculistica compresa, ovvio. Non è uno scherzo, ci sarebbe piaciuto farlo ma non lo è…! Assolutamente tutto vero. 300 euro da spendere entro il 31 dicembre di ogni anno. Si tratta dell’ennesimo benefit, sempre con i soldi dei contribuenti, che i parlamentari hanno riservato a sé stessi ed ai propri familiari. Occhio, dunque, alle comparsate televisive e agli incontri ravvicinati, così quando li vediamo sfoggiare occhiali sempre diversi almeno sappiamo che glieli abbiamo regalati noi cittadini. In ogni caso anche un bel regalo a oculisti e ottici, almeno questi ultimi avranno il “piacere” di conoscerli e poterne apprezzare il grado di miopia o presbiopia.