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L’Intelligenza Artificiale (IA) come una tigre: affascinante, ma potenzialmente pericolosa

Al GITEX Europe di Berlino l’allarme di Geoffrey Hinton: “L’IA cresce come una tigre, e potrebbe diventare una minaccia se non gestita con etica e consapevolezza”.

Dal 21 al 23 maggio si è tenuto a Berlino, Germania, il “GITEX EUROPE”, il principale evento tecnologico europeo che ha riunito innovatori tecnologici, leader governativi e giganti dell’industria per accelerare l’economia digitale dell’Europa. Alla manifestazione è stato invitato come ospite d’onore Geoffrey Hinton, premio Nobel per la fisica nel 2024 per le ricerche sul “machine learning” (apprendimento automatico). E’ un sottoinsieme dell’IA che permette ai computer di apprendere e migliorare in modo autonomo, senza essere esplicitamente programmati. In sostanza, utilizza algoritmi per analizzare i dati, individuare pattern e fare previsioni o prendere decisioni. 

Lo scienziato ha paragonato l’IA ad una tigre, che da piccola sembra affascinante, innocua, ma una volta cresciuta diventerà una predatrice molto pericolosa. Un’affermazione detta da chi è considerato tra i padri fondatori dell’IA, è un preoccupante interrogativo sullo sviluppo futuro dell’IA. Un’altra affermazione che ha destato non poco stupore è stata che “il fine delle grandi aziende è il profitto, non l’etica”. E ci si meraviglia? E’ nella natura originaria dell’azienda cercare, a qualunque costo, il massimo profitto. L’etica, forse, compete ad un’associazione di beneficenza!

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Negli USA ogni anno circa 200mila pazienti passano a miglior vita per le diagnosi erronee. L’AI sembra riesca invece a fare diagnosi più precise.

Malgrado queste asserzioni, la fiera è stata un elenco continuo delle virtù salvifiche dell’IA. Ad esempio, nella sanità statunitense esistono 250 applicazioni per l’uso dell’IA delle scansioni mediche per gravi malattie come il cancro, o nel fundus della retina. Secondo alcune stime l’IA riesce a fare diagnosi precise per il 50% dei casi contro il 40% dei medici in carne ed ossa. Combinando i due fattori si potrà giungere al 60% che produrrà molti benefici sulla salute delle persone, considerato che negli USA ogni anno circa 200mila pazienti passano a miglior vita per le diagnosi erronee. In questa visione ottimistica l’avvento dell’IA non produrrà disoccupazione, ma solo maggior assistenza sanitaria.

Altre mirabilie l’IA le manifesterà in un altro settore importante della società, l’istruzione. Sarà più facile fare lezioni, perché l’IA si comporterà come un tutor individuale e il bambino apprenderà due volte più rapidamente che stando in classe. Tutto bello, affascinante, ma che ne sarà del processo di socializzazione che nell’età infantile e non solo è molto importante per lo sviluppo cognitivo?

Per aumentare il livello dell’IA sarà sempre più necessario aumentare il consumo energetico, con conseguente maggior impatto ambientale

Ed allora se l’IA produrrà questi prodigi, da dove nasce la preoccupazione sull’IA? Secondo lo scienziato il problema è l’accumulo di dati. Quelli a disposizione stanno per esaurirsi perché devono fare i conti col limite. Per un leggero miglioramento del rendimento occorrono dati maggiori innescando un meccanismo perverso al punto di non oltrepassare un limite.

Per aumentare il livello dell’IA sarà sempre più necessario il consumo energetico e l’impatto ambientale. Tutte le informazioni digitali sono, dal punto di vista energetico, estremamente costose, soprattutto per quelle su vasta scala e degli LLM. Si tratta del Large Language Model, una tecnologia dell’AI avanzata, incentrata sulla comprensione e sull’analisi del testo. Risulta più preciso dei tradizionali algoritmi di machine learning, essendo in grado di cogliere le complessità del linguaggio naturale.

Le previsioni sono, quindi, quasi nefaste, perché le emissioni prodotte dall’IA renderanno ancora più difficoltosa la gestione del cambiamento climatico. Dobbiamo rassegnarci ad una società in cui il potere decisionale sarà in mano a macchine più intelligenti e veloci dell’uomo, con quest’ultimo alle sue dipendenze? Una prospettiva degna dei più fantasiosi romanzi di letteratura distopica!

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