Liceo del Made in Italy: di che cosa si tratta?

La proposta elettorale di Fratelli d’Italia è bizzarra e interessante allo stesso tempo: il Liceo del Made in Italy si pone infatti come obiettivo quello di dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del marchio Italia. Ma con quali materie? E in quali classi?

Il Made in Italy va al liceo. Le ultime elezioni si sono appena concluse e, com’è noto, si è assistito alla vittoria della coalizione di centro destra, al cui interno ha trionfato il partito di Fratelli d’Italia e la sua leader Giorgia Meloni. É molto probabile che sarà una donna, Giorgia Meloni appunto, a ricevere l’incarico di formare il nuovo governo e sarebbe la prima volta da quando è nata la Repubblica, rappresentando, così, un fatto rivoluzionario. Prospettiva che non piace affatto a tante femministe sparse per il Paese né agli ambienti della sinistra radical chic, ma tant’è: ce ne faremo una ragione.

Al Liceo del Made in Italy si studiano libri aperti su un tavolo con penna e libreria di sfondo.
Al Liceo del Made in Italy si studiano e divulgano le eccellenze del nostro Paese

Come dato di fatto è incontrovertibile e, piaccia o no, c’è un aspetto del programma elettorale del partito della Meloni che ha suscitato interesse. Nella parte dedicata alla scuola, infatti, primeggia il varo di un liceo del Made in Italy. Classico, Scientifico, Tecnologico o di altro indirizzo non ci è dato di sapere. Andando a spulciare il programma si legge testualmente:

“…L’amore del mondo per l’Italia si chiama Made in Italy. Un marchio, uno stile di vita, un’opportunità economica e diplomatica per la nostra Nazione, troppo spesso trascurati. Riconoscere l’importanza strategica delle nostre eccellenze significa anche promuovere il ruolo di ambasciatori dell’Italia nel mondo dei nostri connazionali che vivono all’estero…”.

Il programma, poi, continua con la retorica della promozione del marchio dell’eccellenza italiana in campo culturale, enogastronomico, del design, dell’architettura, del lusso, dell’imprenditoria. E, per raggiungere tale scopo, urge una certificazione governativa che valorizza i prodotti italiani e che contrasti seriamente ogni forma di falsificazione, nazionale e internazionale. Un processo che potrà essere accelerato dall’istituzione del liceo del Made in Italy, orientato a dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del marchio Italia.

Ma quali materie si studierebbero in un liceo siffatto? Non ci giunge notizia alcuna al riguardo. É prevista la formazione degli studenti tramite tirocini e scambi culturali all’estero, attraverso le attività delle nostre rappresentanze diplomatiche sia per il prodotto sia per la promozione delle attività di business verso il mercato estero. Lo scorso agosto, durante un evento elettorale a Termoli (CB), Giorgia Meloni ha precisato:

“…Siamo in una stagione in cui tutti vogliono comprare prodotti italiani – ha aggiunto la leader di FdI – e l’Italia che ha fatto rispetto a questo? Ha svenduto marchi italiani. Noi invece dobbiamo difendere quel marchio perché nel tempo della globalizzazione non competiamo sulla quantità del prodotto, ma c’è una cosa sulla quale nessun altro compete con noi: la qualità del prodotto. Bisogna investire su questo, difendere il marchio, formare i nostri professionisti…”.

Pur non essendo ancora chiare quali e quante materie bisogna studiare per raggiungere la Maturità in Made in Italy”, da queste dichiarazioni si desume che i neo diplomati e, chissà, in futuro laureati, saranno i difensori senza macchia e senza paura del suolo patrio, nel senso di luogo geografico dove si produce il Prodotto Italiano pronti a tutto. Anche a immolarsi per la nazione e per Giorgia. E se son rose, fioriranno.

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