E’ la tristissima storia di Sebastian Galassi un giovane rider deceduto in “servizio” travolto da un fuoristrada. E mentre era steso sull’asfalto fiocavano le telefonate di protesta al centro operativo: gli utenti protestavano per non aver ricevuto il pasto. Cosi dall’azienda è arrivato il licenziamento ma il giovane aveva già reso l’anima a Dio.
Roma – Se muori ti licenzio! Sono stati considerati eroi, insieme agli operatori sanitari, durante il primo lockdown, quando siamo stati costretti a restare rintanati in casa per debellare l’infido nemico, il terribile coronavirus. Stiamo parlando dei rider, che con sprezzo del pericolo e paghe da fame, hanno percorso le città muniti delle armi di circostanza: mascherine e guanti per recapitarci generi di prima necessità. Ebbene, uno di questi, qualche settimana fa, a Firenze, Sebastian Galassi, un ragazzo di 26 anni è morto in un incidente stradale, travolto da un suv.
Mentre il povero cristo boccheggiava, la piattaforma per cui lavorava (!), Glovo, è stata tempestata di messaggi di protesta degli utenti, per non aver ricevuto il tanto agognato pasto. Ci la pensato il nuovo deus ex machina della società tecnologica, l’algoritmo, a risolvere la questione, licenziando Sebastian in tronco! E pensare che il ragazzo si pagava gli studi all’Università per non pesare sul già magro bilancio familiare, basato sulla sola pensione del padre. Il problema dei rider non è nuovo: contratti di subappalto, paghe irrisorie e sfruttamento. Ci ha pensato un giudice di Milano, Fabio Roia a portare alla luce questi aspetti disumani. Da allora qualcosa si è fatto. Infatti, sono state ottenute alcune tutele.
Ma non è abbastanza, tant’è che un morto ci implora che c’è ancora una lunga strada da percorrere. La mail di licenziamento, prodotta da un algoritmo, che tutta sa e tutto vede, nemmeno fosse Dio, è stata letta durante i funerali di Sebastian dai parenti. A questo punto, l’azienda ha porto le scuse e le condoglianze, promettendo di pagare una parte delle spese funebri. Eccola la coscienza civica e sociale della gig economy (il modello economico fondato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, senza garanzie contrattuali): ricomporre le criticità col vile denaro.
Non con un nuovo modello organizzativo rispettoso dei diritti fondamentali di ogni lavoratore, ma coi soldi, per comprare il dolore di chi ha subito una perdita così grave! Non si è nuovi a licenziamenti via email. Nel luglio dello scorso anno, 422 lavoratori della multinazionale inglese Gkn Driveline di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze furono licenziati dalla sera alla mattina, via email. Gli algoritmi nati per risolvere i problemi, sono diventati anonimi strumenti che hanno soppresso qualsiasi umanità. Come siamo caduti in basso! La politica, sia di destra che di sinistra, sembra far finta di niente. Ed intanto, si muore!