L’hanno ammazzato a calci e pugni

La rissa in discoteca era scoppiata per futili motivi. I lottatori russi hanno avuto la meglio nell’aggressione al ragazzo italiano che ha tentato inutilmente di difendersi prima di stramazzare al suolo in coma. Il presunto assassino è stato liberato dalla Corte d’Appello di Roma per un cavillo procedurale. Il presunto assassino dovrà subire il processo per omicidio volontario.

Scandicci –  Scarcerato per un cavillo procedurale l’assassino di Niccolò Ciatti, 22 anni, il giovane ucciso a calci e pugni da tre balordi ceceni il 12 agosto del 2017, durante una vile aggressione all’interno della discoteca St. Trop di Lloret de Mar, in Spagna, mentre stava ballando.

Niccolò Ciatti

La Corte d’Assise di Roma, il 29 dicembre dell’anno scorso, aveva disposto l’immediata libertà per Rassoul Bissoultanov, lottatore ceceno di 24 anni, recluso a Rebibbia in attesa di giudizio, perché l’imputato non era presente sul territorio italiano quando era stata emesso l’ordine di custodia cautelare. L’arresto era stato annullato e l’assassino tornava uccel di bosco chiedendo di essere giudicato in Spagna.

La Suprema Corte di Cassazione, il 20 maggio scorso, ha annullato il provvedimento di scarcerazione di Bissoultanov dunque la vicenda giudiziaria si complica non poco a cinque anni dalla morte della vittima. Il ceceno era stato fermato in Germania già nell’ottobre 2021 per essere poi estradato in Italia dove avrebbe dovuto subire il processo per omicidio volontario del giovane toscano.

A destra il lottatore professionista Rassoul Bissoultanov

Dunque l’incomprensibile decisione della Corte di Assise romana e la “fuga” dall’Italia. In Spagna la prima udienza del processo si è tenuta oggi a Girona mentre il 6 giugno potrebbe arrivare la sentenza. Il presunto assassino rischia 24 anni di galera, un po’ meno il suo complice, sempre che i due presunti criminali siano presenti a tutte le udienze poiché in Spagna non sono ammessi i processi in contumacia.

Mentre in Italia, e meno male, proseguirà il processo a carico dei due presunti delinquenti incardinato presso il tribunale capitolino nel gennaio scorso. Niccolò Ciatti si trovava in Spagna per le vacanze. Con altri amici aveva deciso di recarsi in discoteca a ballare. Poi l’aggressione, tre contro uno, del giovane di Scandicci che dopo essersi difeso stramazzava sul pavimento del locale praticamente in stato comatoso.

La polizia veniva avvisata solo alle 3 del mattino per una rissa nella discoteca St. Trop di Lloret de Mar, nota località turistica spagnola. Quando gli agenti arrivavano sul posto, Ciatti era in condizioni disperate e veniva immediatamente trasportato nell’ospedale Josep Trueta di Girona, dove spirava dopo un giorno di atroce agonia. Poi il dolore dei genitori, dei parenti e degli amici dunque le indagini ed il processo, a fasi alterne, che si svolgerà sia in Spagna che in Italia:

La discoteca dove è avvenuta l’aggressione mortale

”… Incredibile quello che è successo – dice Luigi Ciatti, padre della vittima – quella decisione non poteva essere corretta e lo avevamo detto subito. Per altro l’atto non ci era stato notificato, una mancanza gravissima. Pensare che quell’assassino sia uscito per un errore del genere mi fa stare male…”.

Il presunto assassino si è sempre difeso adducendo ad un caso fortuito la morte del povero Niccolò, barbaramente pestato a sangue:”…Non sono un assassino, la morte del ragazzo è stata un incidente – ha ripetuto più volte il lottatore russo – non fuggo dalla giustizia. In Italia mi hanno trattato male e mi hanno fatto firmare documenti senza un avvocato o un interprete…”.

La vittima con il padre Luigi

Rincara la dose, criticando in maniera pesante il nostro sistema giudiziario, il difensore del balordo tutto muscoli e poco cervello:”…In Italia per una legge di Mussolini ancora vigente è possibile arrivare a condannare una persona all’ergastolo senza che sia presente al processo – avrebbe dichiarato l’avvocato Carles Monguilod – in Italia Rassoul Bissoultanov non avrebbe garanzia di difesa…”.

Lasciando stare ogni considerazione, i fatti accaduti sono gravissimi:”…Bugie, solo bugie – si sfogava Luigi Ciatti – ora quel mostro vuole passare per un bravo ragazzo. Ma ci sono le immagini che parlano. Non è vero che non voleva uccidere, lui e i suoi complici si sono accaniti su un ragazzo indifeso, già a terra e privo di sensi. Deve pagare per quello che ha fatto…”.

La vile aggressione al ragazzo italiano

Ci vuole poco a capire chi avrebbe avuto la meglio in caso di rissa tra due o tre lottatori professionisti contro un ragazzino di vent’anni. A parte la vigliaccheria di certi individui avvezzi alla violenza le prove sono schiaccianti.

AGGIORNAMENTO DEL 30 MAGGIO 2022 – Ore 14.00

Girona – Il padre della vittima ha incrociato per un attimo lo sguardo del presunto assassino di Niccolò Ciatti, presente oggi all’udienza davanti al tribunale spagnolo:”… Hai rovinato la vita a noi e a nostro figlio di 22 anni – ha detto Luigi Ciatti assassino!..“.

Le autorità spagnole non avrebbero fatto nulla per evitare lo spiacevole incontro fra parti lese e le famiglie degli imputati. Alla sbarra c’erano Rassoul Bissoultanov, lottatore professionista, presunto responsabile diretto dell’omicidio ed il complice Mosvar Magamadov. Se non si fossero presentati il processo non si sarebbe potuto celebrare perchè in Spagna non sono consentiti procedimenti penali in contumacia.

L’esecutore materiale del delitto, Bissoutanov, rischia 24 anni di carcere e 9 di libertà vigilata nel caso rimanga in piedi l’accusa di omicidio volontario, cosi come richiesto dal Pm, nel caso gli venga riconosciuto l’omicidio preterintenzionale, cosi come richiesto dal suo difensore, l’uomo dovrebbe scontare solo 4 anni. L’ergastolo, al momento, non è previsto dall’ordinamento giudiziario ispanico nonostante le diverse proposte di legge presentate in Parlamento nel tentativo di ripristinarlo. Il 3 giugno potrebbe esserci la sentenza.

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