La ministra Casellati giorni fa aveva anticipato: “La faremo, non era possibile farla prima, avremmo ingabbiato la riforma costituzionale”.
Roma – “La legge elettorale verrà discussa ed esaminata dal Parlamento dopo la prima lettura del premierato, ovvero dopo che il testo sarà stato votato la prima volta da entrambi i rami del Parlamento. Dobbiamo ancora confrontarci sia in Fratelli d’Italia sia nella coalizione, la mia opinione personale è che si possa utilizzare sia il voto di lista, quello per capirci che si usa per comunali e regionali, sia l’uninominale”. Lo dice Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato e relatore della riforma istituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio a Palazzo Madama.
Balboni spiega che “il premio di maggioranza è assicurato in quanto sarà scritto in Costituzione per garantire la governabilità ma non potrà essere spropositato viste anche le pronunce della Corte Costituzionale a favore della rappresentatività ma anche per nostra volontà politica”. “La mia posizione – aggiunge – è quella di un premio di maggioranza del 55% massimo purché si superi, come coalizione o partito, almeno il 40% dei voti in modo tale che nella ipotesi più ampia il premio sia del 15%. Una percentuale ragionevole perché il rimanente 85% del Parlamento sarebbe rappresentativo dei voti usciti dalle urne”.
“Si può anche utilizzare il sistema uninominale che – fa notare – era quello delle elezioni provinciali prima
dell’abolizione. In quel caso per ogni partito vengono eletti i candidati che prendono la percentuale più alta nei collegi. In ogni caso – conclude Balboni – ci sarà un confronto prima all’interno di Fratelli d’Italia, poi con alleati della maggioranza di centrodestra e poi anche come abbiamo dichiarato anche con i partiti delle opposizioni per cercare il massimo della condivisione possibile”.
Giorni fa la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati aveva detto “la legge elettorale la farò – e la sto già studiando – in questo periodo di passaggio” del disegno di legge “tra il Senato e la Camera, ma non era possibile farla prima, come dicono, perché avremmo ingabbiato la riforma costituzionale”. Sul disegno di legge costituzionale sul premierato approvato in Commissione e ora atteso nell’Aula di Palazzo Madama, le modifiche allo studio riguardano anche l’eliminazione della figura dei senatori a vita.
E su questo, Casellati osserva come la decisione sia stata presa sostanzialmente per due motivi: “Si vuole dare una rappresentanza più popolare a tutte le istituzioni” e, siccome, “è stato ridotto il numero dei senatori”, “c’è il rischio di alterare il rapporto tra maggioranza e opposizione”. Ci sono state “legislature”, ricorda, che si sono “rette sui senatori a vita”. Per quanto riguarda poi “la possibilità di scioglimento durante il semestre bianco” questo, conclude, “dipende dal fatto che, siccome ci possono essere dei casi o di dimissioni o di scioglimento, non ci poteva essere un sistema di governo appeso. E’ una norma necessaria”, assicura.