L’effetto dannoso degli influencers sul cibo e sui disturbi alimentari

Lo studio su “Nutrients”, rivista scientifica sugli aspetti della nutrizione che analizza l’impatto negativo dei guru del web sulle donne.

Roma – Influencers e cibo, un rapporto dannoso! Quei personaggi popolari sui social network che influiscono sulle scelte e sui comportamenti di un determinato pubblico, come cavalieri senza macchia e senza paura, si sono impadroniti di quei spazi destinati al cibo, dieta o fitness. Ebbene, secondo molti studi hanno un’influenza negativa sull’immagine corporea e sui comportamenti alimentari degli utenti. A subirne il fascino perverso sono i soggetti più vulnerabili, ad esempio chi si pone come modello da imitare ad ogni costo la magrezza assoluta.

Gli influencers mirano ad accrescere il loro numero di followers e non si pongono nemmeno lontanamente il problema dei danni che possono produrre i loro messaggi. Sta di fatto che l’insoddisfazione del proprio corpo e i disturbi alimentari sono in continua crescita. Di recente è stato pubblicato uno studio su “Nutrients”, rivista scientifica che tratta argomenti relativi agli aspetti della nutrizione, dall’emblematico titolo “L’impatto del seguire le influencer di Instagram sull’insoddisfazione corporea delle donne e sui sintomi dei disturbi alimentari”. Tra i tre fattori d’influenza (genitori, coetanei e media), i social sono i più decisivi nella percezione del proprio corpo. Infatti, su un campione di 5 mila donne oggetto dello studio, coloro che hanno seguito programmi di nutrizione e cibo hanno registrato risultati più elevati sui sintomi dei disturbi alimentari e della percezione del corpo. Rispetto ai media tradizionali (carta stampata, televisione, radio) i social network offrono la possibilità di creare il proprio profilo utente e di poter esprimere ciò che passa per la testa, al di là della autorevolezza e competenza sull’argomento che si affronta.

Gli entusiasti della rivoluzione tecnologica hanno sempre sottolineato gli effetti positivi prodotti dai social, paragonati ad ambiti di democrazia in cui si possono costruire relazioni e renderle durature e veri e propri spazi di comunità virtuali. Se questo può corrispondere al vero, è stato trascurato l’altro aspetto, quello deleterio dell’uso sistematico e pervasivo dei social, soprattutto, dei contenuti e influencers sulla salute alimentare. Sui social i modelli di riferimento sono incentrati sull’aspetto: si appare attraenti, grazie anche all’uso di filtri e di strumenti di editing. La realtà è ben diversa, ma si crea un’interiorizzazione di falsi ideali di bellezza. Esporsi come vittime sacrificali a questa tortura è come donarsi al carnefice e le vittime preferite sono le donne che, nella ricerca in questione, hanno mostrato insoddisfazione verso il proprio corpo e peso. Le adolescenti sono più vulnerabili e fragili, in quanto più a rischio di intrappolarsi in un meccanismo infernale, costituito da un’immagine irrealistica, false diete e improbabili prescrizioni di natura medica. Quindi, il punto cruciale, è proprio l’effetto che gli influencers pseudonutrizionisti producono sui comportamenti alimentari degli utenti.

Anche quando si tratta di personaggi più o meno qualificati, come succede nel fitness, perché, comunque, viene promossa una forma del corpo insano e non reale. Secondo lo studio summenzionato, anche obbligare gli influencers a specificare che quello che trasmettono è solo pubblicità, non neutralizza gli effetti nefasti dell’esposizione ai video. Qualche risultato positivo potrebbero ottenerlo le “agenzie educative” (famiglia, scuola, associazioni) se rispettassero il loro compito di “guida” nella trasmissione di valori di condivisione e accettazione.

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