Firenze – Alle Cascine lo spaccio ripreso dallo youtuber Cicalone

Alle Cascine di Firenze lo youtuber Cicalone ha indagato su spaccio e degrado. La situazione altro non è che la conseguenza di una politica che ha scelto di ridurre gli organici delle Forze dell’Ordine nonostante le continue denunce dei sindacati di polizia.

Firenze – Quello delle Cascine a Firenze è il più grande parco pubblico del capoluogo toscano ed è frequentato da famiglie con bambini. Purtroppo, però, da tempo in alcune zone regna sovrano lo spaccio organizzato, spesso aggressivo con tutte quelle persone che, da altri quartieri, entrano nella zona ma non comprano stupefacenti. Lo youtuber Cicalone, chiamato dai calcianti fiorentini, ha fatto scoppiare il caso di cui adesso tutti parlano.

In questi ultimi anni si sono notevolmente ampliati gli spazi degradati nelle nostre città. Anche Firenze, come abbiamo visto dalle riprese di Cicalone, non è da meno.

Il video di Cicalone alle Cascine di Firenze

Adesso non sarà affatto facile tornare indietro. Questo risultato è infatti la conseguenza di una politica sorda e miope che, in tutti questi anni, ha scelto di ridurre drasticamente gli organici delle Forze dell’Ordine nonostante le continue denunce dei cittadini e dei sindacati di polizia.

Con numeri così ridotti, inevitabilmente, il controllo del territorio ne ha risentito enormemente ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre è evidente che le norme di contrasto a questi fenomeni devianti non aiutano: solo raramente si può intervenire con i rimpatri dei cittadini stranieri e, di conseguenza, dopo controlli e identificazioni, queste persone tornano in strada.

Il motivo di tutto questo? Semplice: i costi dei rimpatri forzati sono assai elevati e molti soggetti non possono essere espulsi perché provengono da zone di guerra. La Corte dei Conti, recentemente, ha messo in evidenza, per la prima volta, la spesa sostenuta per rimpatriare gli stranieri nel loro Paese di origine, evidenziando la procedura costosa e di scarso valore deterrente. Dal 2018 al 2020 sono stati spesi circa 27,4 milioni di Euro per il rimpatrio forzato (con e senza scorta) di 16mila stranieri privi di un regolare permesso di soggiorno, con costi record a viaggio (2.500 Euro) raggiunti nel 2020. 

Una politica di accoglienza che non ha funzionato, dunque, e che ha lasciato cadere nelle braccia della criminalità organizzata migliaia e migliaia di disperati.

Solo raramente si può intervenire con i rimpatri dei cittadini stranieri

Per non parlare degli uomini e delle donne delle Forze di Polizia che, in questi ultimi tempi, sono costantemente “controllati” e “ripresi” durante i loro interventi dai soliti “telefonini vaganti” che documentano le attività di polizia con video che, successivamente, vengono trasformati e “tagliati” ad arte per poi postarli in rete con l’obiettivo di criticare l’operato di chi indossa l’uniforme.

Insomma la situazione è veramente drammatica e la Fondazione Caponnetto sta dalla parte di chi, con tutte le difficoltà appena evidenziate, cerca di gestire la sicurezza e l’ordine pubblico nel miglior modo possibile.

A nostro parere non si può continuare a scaricare disservizi e superlavoro sulle Forze di Polizia. Piuttosto occorre un impegno più fattivo della politica, con norme più efficaci e, soprattutto, con un reale piano di assunzione di nuovo personale che eviti guai peggiori. Non si può e non si deve permettere ai criminali di gestire città e periferie.

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