Ormai il mondo corre veloce verso l’intelligenza artificiale generativa (GenAI). Le armi seduttive utilizzate sono state così efficaci che le aziende mondiali stanno cadendo, felici, nelle sue braccia.
Roma – Per GenAI s’intende quel tipo di intelligenza artificiale che è in grado di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste. Un recente sondaggio globale a cura di McKinsey – multinazionale statunitense di consulenza manageriale- ha confermato il suo successo tra le aziende. Però una buona parte lo stanno facendo per moda, senza sapere come affrontare i rischi che ogni rivoluzione comporta, soprattutto nel management.
Mentre quelle consapevoli dell’importanza della GenAI ne sono attratte non tanto per l’automazione, quanto perché si possono creare nuovi servizi di business. Quest’aspetto è confermato dagli economisti del MIT (Massachusetts Institute of Techology, USA), secondo cui si avranno benefici se la GenAI produrrà nuovi strumenti di business, mentre può essere deleteria se vista come strumento di automazione. I settori aziendali, dove sembra procedere con celerità, sono le aree marketing e vendite, sviluppo di prodotti e servizi, assistenza clienti e supporto back-office. In un futuro prossimo saranno le aree quali l’ingegneria del software, tech, banche, prodotti farmaceutici e medici, istruzione ad avere un forte impatto con la GenAI. Meno segnati da questa rivoluzione saranno i settori aereospaziale, automotive e l’elettronica avanzata. Confermando l’idea che l’IA produce effetti positivi nell’aree legate alla conoscenza e al linguaggio.
Un aspetto deplorevole è costituito dalla bassa percentuale di aziende che stanno facendo policy. Ovvero, quel documento informatico che contiene tutte le disposizioni, comportamenti e misure organizzative richieste ai dipendenti aziendali per contrastare i rischi informatici. Un altro effetto è collegato al lavoro. Sono previsti tagli al personale in determinate aree e strumenti di riqualificazione professionale per i lavoratori. Un aspetto interessante è che le aziende più mature sembrano meno orientate alla riduzione dei costi, che appare lo scopo principale nelle altre. In queste aziende l’A ha un uso multifunzionale.
E’ presente, infatti, nello sviluppo di servizi e prodotti, nella gestione dei rischi e del ciclo di approvvigionamento. Inoltre, nella gestione delle risorse umane e nell’organizzazione aziendale. E’ chiaro che bisogna attenuare i rischi, ma dal sondaggio emerge che, comunque con l’IA, anche quella non generativa, le aziende, hanno benefici per la riduzione dei costi e per nuovi proventi. Inoltre, per analisi dati e supporto delle decisioni. Tuttavia secondo i ricercatori, l’IA ancora non si sta sviluppando compiutamente e la strada per la sua piena realizzazione è ancora irta di difficoltà. E’ un bene, un male? Ancora non si sa. Certamente si tratta di un processo irreversibile, a cui si può opporre poca resistenza. Quello che si può fare è riuscire a governare il “processo rivoluzionario”. Perché quando si tratta di tecnologia altamente complessa e sofisticata, come l’IA, bisogna stare attenti a non esserne “governati”!