L’allarme del procuratore di Catanzaro, 30mila telefonate dal carcere

Salvatore Curcio parla dell’emergenza sociale dei cellulari dietro le sbarre: “Come nel caso della Francia una soluzione sono i jammer”.

Catanzaro – “C’erano soggetti che effettuavano anche 2000 telefonate a settimana, in totale abbiamo monitorato oltre 30mila conversazioni”. A dirlo il comandante del Nucleo di Polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza di Vibo Valentia dopo i dieci arresti avvenuti ieri su impulso della Dda di Catanzaro. Il procuratore Salvatore Curcio ha lanciato l’allarme sull’ormai endemica presenza di “cellulari, piccoli anche sette centimetri, tablet, smartphone e apparecchi wi fi in carcere”. Un vero e proprio allarme sociale anche alla luce dei dati forniti dal Dap: “Nel 2022 – ha spiegato il procuratore – sono stati rivenuti e sequestrati nelle carceri 1.084 telefonini, nel 2023 il numero è salito a 1.595 e nel 2024 si contano 2.552 sequestri. Un dato allarmante – ha detto Curcio – che crea un vulnus nella sicurezza pubblica”.

La ‘ndrina La Rosa, infatti, “impartiva ordini per commettere reati come le estorsioni e dava ai sodali direttive su come comportarsi sul territorio”. Benché in carcere c’era chi riusciva a mantenere un ruolo attivo all’interno della cosca. “Una qualche soluzione al problema va trovata”, ha affermato il procuratore che elencato le soluzioni adottate da altri Paesi: “In Francia usano i jammer, ossia disturbatori di frequenza, e soluzioni simili vengono adoperate anche in Germania e Regno Unito. In America esiste una rete di controllo che permette di identificare i cellulari”. In Italia è stata proposta una schermatura delle strutture penitenziarie ancora non attuata.

 “Da anni denunciamo la presenza di centinaia di telefonini nelle carceri. L’unica soluzione – ha affermato più volte Nicola Gratteri – è l’acquisto di jammer (dispositivi che interferiscono con le frequenze di comunicazione dei cellulari, ndr) da mettere quantomeno nelle carceri ad alta sicurezza”. Sono, infatti, sempre di più quelli che vengono sequestrati e soprattutto introdotti illegalmente nei penitenziari. Sulla questione dell’uso dei cellulari in carcere interviene anche il deputato M5S Federico Cafiero de Raho, vice presidente della commissione Giustizia e della commissione Antimafia, che sul caso ha presentato una interrogazione parlamentare.

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