Per non parlare di quella minerale che costa cifre esorbitanti con aumenti praticamente quotidiani. Ancora pesanti gli sprechi casalinghi ed una rete idrica colabrodo.
L‘acqua costa sempre di più! Il prezioso liquido è un composto chimico fondamentale per la vita, copre circa il 70% della Terra, è il principale componente degli organismi viventi. Inoltre è la base di tutti gli ecosistemi e indispensabile per i processi biologici e la sopravvivenza di ogni essere vivente. Infine svolge un ruolo cruciale nel ciclo dell’acqua e nel clima terrestre. Ebbene questo bene prezioso, naturale, che dovrebbe essere un diritto inalienabile per tutti gli esseri viventi, ha subito un’impennata vertiginosa del costo.
Come conferma uno studio di Consumers’ Forum – un’associazione indipendente di cui fanno parte le più importanti Associazioni di Consumatori, numerose imprese industriali e di servizi e le loro associazioni di categoria, istituzioni-il costo medio annuale per il consumo idrico è cresciuto del 40%. Tra le cause gli sprechi ancora eccessivi tra le mura domestiche e una rete idrica fatiscente. Nel 2024, malgrado un calo dei consumi domestici, la spesa media annuale è stata di 384 euro a famiglia.
La ricerca è stata presentata durante l’ultimo evento di “Ecomondo”, l’evento internazionale leader nei settori della green and circular economy, dal 4 al 7 novembre 2025, che si tiene ogni anno a Rimini. Oggetto dell’indagine è stato un nucleo familiare composto da tre persone, con un consumo di 150 metri cubi d’acqua annui. C’è da registrare che i gestori idrici hanno effettuato investimenti per 8 miliardi di euro, pari a un +57%, scaricati, ovviamente, sulla bolletta dei consumatori, ossia 80 euro per ogni cittadino, mentre solo 10 anni fa erano 51.
La ricerca ha evidenziato l’andamento asimmetrico dei consumi. Nel senso che mentre quest’ultimi sono calati del 10,8%, i costi sono aumentati, senza una ragione economica. Sull’aumento dei costi influiscono gli sprechi, sia perché le reti idriche hanno gli anni di matusalemme, che provocano una dispersione del 42% dell’acqua e sia per le pessime abitudini dei consumatori. Secondo una stima, un’abitazione, annualmente, arriva a sprecare anche 20 mila litri d’acqua.

La scellerata abitudine di lasciare i rubinetti sgocciolare, prova uno spreco di 5 litri di prezioso liquido al giorno. Secondo gli esperti oggi, nel nostro Paese, il servizio idrico è molto parcellizzato. Esistono, infatti, più di 2 mila aziende fornitrici d’acqua. Questo aspetto impedisce di cancellare il problema dello spreco delle reti idriche. Al contrario, negli ultimi anni, è migliorata la qualità dell’acqua e sono stati fatti ingenti investimenti. Manca un’adeguata educazione al consumo per i cittadini, che possa rallentare gli sprechi e risparmiare sulle bollette. Inoltre servono operatori industriali che abbiano un unico scopo: garantire economicità e sostenibilità a vantaggio dei consumatori.
Su quest’ultimo punto, la storia ci ha insegnato, ahinoi, che gli imprenditori mirano più a dominare in un settore, piuttosto a che ambire a soddisfare aspetti sociali. In questo festival dell’aumento dei costi non poteva sfuggire l’acqua minerale che, per inciso, costa più dell’acqua del rubinetto. L’aumento è stato del +35%, pari a 15.150 milioni di litri di acqua minerale, rispetto agli 11.370 milioni del 2012.
In un periodo di “vacche magre” come quello che stiamo vivendo, stride non poco la preferenza del consumatore verso l’acqua minerale, che costa di più di quella pubblica. Oltre ad alimentare l’inquinamento da plastica, che danneggia gli ecosistemi marini e terrestri ed entra nella catena alimentare. Della serie: facciamo acqua da tutte le parti!