Il ponte tra Messina e Reggio diventa l’opera della battaglia dei più contro Salvini, l’agnello sacrificale sull’altare della vittoria.
Messina – Il tema “ponte sì ponte no” divide la politica, anima le rivolte dei comitati cittadini, ed è al centro di una guerra di documenti di fattibilità del ponte sullo Stretto che dovrebbe collegare con la grande opera infrastrutturale la Sicilia e la Calabria. E si sa che dove c’è rivolta e malcontento popolare la politica va a nozze per schierarsi esattamente all’opposto della linea governativa e recuperare consensi, soprattutto in vista delle europee. Il 15 aprile il leader del M5S Giuseppe Conte era sbarcato a Messina per dire che il Ponte sullo Stretto è una follia. Lo hanno seguito a ruota Gianni Alemanno, Angelo Bonelli e infine Laura Boldrini. E ancora, tra Scilla e Cariddi, la sfilata della politica nell’ultimo scorcio verso il voto dell’8 e 9 giugno proseguirà senza sosta. Non foss’altro che per far vedere a chi gli darà consenso, che un piede sullo Stretto l’ha messo.
Ma quello che più conta è che al di là dell’essere favorevoli o contrari al Ponte sullo Stretto, è che lo stesso sia diventato un terreno di scontro perfetto per la bagarre elettorale, in barba ai reali bisogni della cittadinanza. Un orpello da sventolare, un agnello sacrificale offerto al vincitore politico. Tanto voluto dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, l’opposizione sfila tra Scilla e Cariddi per contrastarlo e c’è l’impressione – se non altro il timore – che né al leader del Carroccio né ai suoi oppositori, importi realmente delle sorti dei siciliani. Giuseppe Conte non aveva citato espressamente Salvini, ma aveva sorvolato sulla battaglia al fianco dei cittadini.
“Il nostro no al ponte sullo Stretto non è un no ideologico”, aveva ribadito l’ex premier durante l’iniziativa di protesta del M5s, che si oppone, ha spiegato, “a opere inutili che cementificano il territorio”. “Noi la contrasteremo in ogni modo ma – aveva precisato Conte – noi li vogliamo risolvere i problemi: basta stanziare somme sostenibili per rendere più celere l’attraversamento. Il Ponte ci costerà decine e decine di miliardi con un opera che distruggerà ambiente e biodiversità mentre per attraversare la Sicilia ci vogliono 5 o 10 ore. Ma che follia è questa?”, aveva aggiunto. E nel bagno di folla aveva concluso che la lotta contro il ponte è “una battaglia giusta, che conserva la vocazione identitaria di questo territorio, è una battaglia razionale, lungimirante, che non guarda al passato ma al futuro”.
Come il leader M5S anche la segretaria dem a fine marzo aveva fatto la sua sfilata a Messina: in un affollato (e difficile da vivere) punto stampa, Elly Schlein era stata breve toccando i temi cardine: “Voglio ringraziare tutte le persone che sono venute oggi e hanno voluto partecipare per dire insieme a noi no al progetto sbagliato di questo ponte, portato avanti dal ministro Salvini, noncurante che si tratti di un progetto dannoso, sbagliato. Lo abbiamo visto anche in Parlamento quando è emerso che la relazione di un comitato scientifico ha chiarito che non sono state fatte le prove del vento, parlato degli eventi sismici. Ci chiediamo perché tutta questa fretta, che sembra una fretta elettorale”.
Qualche giorno dopo l’appeal del ponte aveva rapito pure Gianni Alemanno e la sua “Indipendenza!”, di cui è segretario nazionale, facendo notare che il riscatto – suo o della Sicilia? – sarebbe partito nel non fare quest’opera. L’ex sindaco di Roma, già ministro e promotore del comitato “Fermare la guerra” si è così schierato con i cittadini della Sicilia contro l’opera del Ponte sullo stretto. Ed è stato sull’isola per dare un “segnale chiaro e forte” ponendosi a fianco dei “tanti amministratori che negli anni scorsi hanno lavorato bene sul territorio. E la figura di Nicola Cristaldi, candidato sindaco di Mazara del Vallo, che ha dimostrato doti di spessore come amministratore, va proprio in questa direzione. Una scommessa che ci vede costruttori nel saper aggregare risorse umane, quale valore aggiunto di una politica che guarda oltre gli steccati delle sigle”.
Poi è stata la volta dello sbarco in Sicilia – sempre per la campagna elettorale – di Alleanza Verdi Sinistra con Angelo Bonelli che ha parlato del ponte sullo Stretto attaccando la Lega. Da piazza Cairoli, cuore del centro messinese, il portavoce di Europa Verde ha attaccato il deputato del Carroccio Igor Iezzi per aver presentato un “emendamento al disegno di legge sicurezza in discussione in commissione Affari costituzionali. Un emendamento che prevede l’aumento di due terzi delle pene relative a chi protesta per impedire la realizzazione di opere strategiche infrastrutturali. L’intenzione è chiara: colpire la protesta dei siciliani e calabresi. Una proposta autoritaria e inaccettabile alla quale noi risponderemo in modo netto, con un’opposizione dura in Parlamento”.
Infine, è stata la volta di Laura Boldrini, che nell’ultimo weekend ha presenziato in via Circuito a Torre Faro, lì nei luoghi oggetto di espropriazione e dove dovrebbe sorgere il pilone. L’ex presidente della Camera dei deputati ha espresso il suo netto “no al ponte” e il suo sostegno per le europee a Maria Flavia Timbro, del Partito democratico. Ha sottolineato la presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo: “Ho incontrato i cosiddetti espropriandi. Ovvero, le persone che rischiano l’esproprio e l’abbattimento delle loro case per un’opera costosissima, inutile e dannosa sul piano ambientale. Un capriccio di Salvini a scapito delle casse dello Stato per dimostrare la propria esistenza politica”.
Matteo Renzi, invece, usa un’altra strategia per la sua campagna per gli Stati Uniti d’Europa e per colpire Salvini: “Siamo tra quelli che dicono sì al ponte e contemporaneamente sì alle infrastrutture. Spendiamo sia i soldi per fare finalmente il Ponte sullo Stretto ma spendiamo anche i soldi per le opere pubbliche. Salvini utilizza questo argomento come campagna elettorale, lo criticano dicendo che lui non deve fare il Ponte in realtà il Ponte lo ha fatto fino ad oggi solo su Twitter. Aveva detto che sarebbero partiti i cantieri ma non sono partiti. Diciamo a quanti stanno aspettando il ponte che per il momento da Salvini solo chiacchiere e distintivo”. E sull’emendamento della Lega Renzi ha aggiunto: “Ancora non l’ho letto, ma per me fare il ponte è giusto, reprimere chi protesta non è assolutamente giusto. Credo che chi protesta non possa bloccare l’opera, penso alla Tav, ma non si può neanche immaginare il carcere come invece, da quello che si legge, potrebbe essere”.
Proprio oggi, mentre la premier Meloni arriva a Palermo, oggi pomeriggio alle 15:30 il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini parteciperà al convegno “Ponte sullo Stretto di Messina. Una storica svolta” al Royal Palace Hotel di Messina, insieme al sindaco peloritano Federico Basile, all’Assessore alle Politiche Sociale e ai Trasporti della Regione Calabria Emma Staine, al Rettore Università eCapus Novedrate-Como direttore della rivista Galileo Enzo Siviero, al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e al Segretario Generale Ugl Francesco Paolo Capone.
Sempre a presidiare cosa accade, Salvini, poi, sarà a Messina venerdì 31 maggio quando alle ore 10:00 sulla nave Dattilo-Cp 940 ancorata alla banchina Marconi incontrerà i cittadini e le autorità proprio per parlare di Ponte sullo Stretto, infrastrutture e grandi opere. Il leader del Carroccio non molla la presa.