La scuola alimenta il divario di genere in matematica: uno studio francese accende i riflettori

Secondo una ricerca pubblicata su “Nature”, le disuguaglianze di genere in matematica emergono già nella scuola primaria e sono influenzate dall’ambiente scolastico e familiare.

Nella scuola si sviluppa il divario di genere. Un recente studio pubblicato su “Nature”, una delle più antiche e importanti riviste scientifiche inglesi, a cura dell’Université Paris Cité ha evidenziato che il gap di genere in matematica si sviluppa già alle elementari. Il campione oggetto di studio ha riguardato quasi 3 milioni di alunni in Francia, rappresentando un record per il numero e per i dati ad essi collegati.

Il divario di genere in matematica prende forma già alle elementari. A sostenerlo è un recente studio

Allo studio hanno collaborato diverse discipline, tra cui: scienze cognitive, matematica e intelligenza artificiale, pedagogia, economia e psicologia sociale e dello sviluppo, sia francesi che internazionali, come l’università statunitense di Harvard. Lo studio ha rivelato che, oltre a non esistere una predisposizione innata per la matematica, determinati ambienti alimentano il divario di genere. A confermare l’ipotesi che sia la scuola a scatenare il gap è la constatazione della forte riduzione del divario di genere verificatasi durante la pandemia che ha costretto tutti a non frequentare spazi pubblici, per non diffondere il malefico virus. Stranamente le disparità si manifestano con la matematica, mentre in altre discipline sono le ragazze ad emergere. Il gap in matematica sembra proseguire nel corso degli studi e pare non essere il frutto di cambiamenti economici, sociali o curriculari.

Inoltre non ha preferenze geografiche e di estrazione sociale e, addirittura, cresce con genitori provvisti di studi scientifici. Le diversità si manifestano in avvio del percorso scolastico formale, forse, a causa delle diseguali risposte date alle pressioni e competitività, per cui per le ragazze avere maggiore ansia è normale. Le differenziazioni possono essere, anche, associate alla definizione stessa di “ora di matematica”, per cui i pregiudizi intorno ad essa possono essere assimilati facilmente. In questo modo si può suggestionare la percezione di sé. Il fenomeno può essersi diffuso in quanto alimentato dal comportamento dei docenti delle scuole primarie, che si sono rapportati diversamente con gli alunni.

Le bambine sono spesso indirizzate alla lettura e scoraggiate in matematica, aumentando l’ansia da prestazione

Le bambine venivano invogliate più alla lettura che alla matematica, accrescendo l’ansia per quest’ultima. I maschietti ricevevano approvazione, rafforzando l’idea di essere più bravi nella disciplina. E’ un processo a catena, nel senso che può influenzare anche le convinzioni dei genitori, i quali ritengono che gli interessi scolastici dei loro figli siano orientati dal genere sessuale, alimentando, di fatto, la diversità di genere. L’annullamento del divario di genere in matematica nella scuola primaria ha un duplice aspetto positivo. Il primo è che può bloccare la rinuncia femminile alla materia e il secondo che accoglie informazioni contro lo stereotipo.

I docenti della scuola primaria dovrebbero essere maggiormente formati sull’educazione matematica inclusiva. Si dovrebbe promuovere la parità di genere grazie a percorsi educativi per competenze con la cooperazione, partecipazione di alunni e alunne per capire o esprimere il senso, il valore o il contenuto della matematica. Infine, si dovrebbe creare un ambiente sano, partendo dalla famiglia d’origine e lasciare che i piccoli, maschi e femmine, si esprimano liberamente, senza forzature o imposizioni di sorta. Per fare in modo che gli adulti di domani siano più autonomi e consapevoli!

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