La ricetta di Musumeci, la Protezione civile tra i banchi di scuola per un futuro migliore

Il ministro punta sulle nuove generazioni, sulla forza dei volontari e sul sistema “responsabile” di allarme pubblico nazionale.

Roma – La Protezione civile tra i volontari, tra i banchi di scuola, tra la gente e nelle Istituzioni. Il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, traccia una linea chiara, segnata dall’inizio della sua missione il 22 ottobre 2022. Quella della vicinanza alla popolazione, tra i valori cruciali che hanno accompagnato la nascita di questo Dipartimento nel ’90. Molte criticità – terremoti, alluvioni e stati di crisi – ha affrontato l’Italia negli ultimi 30 anni, ma la protezione civile ha saputo sempre fronteggiare le emergenze con competenza e cuore, un cuore tutto italiano.

Dal suo insediamento Musumeci ha raccolto questa importante eredità, puntando all’essenziale: il rapporto con i territori e la popolazione e l’impegno a eliminare quelle emergenze – anche queste tutte italiane – che quando accade l’irreparabile si è costretti a dire “lo avevamo detto”. Un percorso, quello all’educazione all’attenzione al territorio che vede in prima linea i cittadini del futuro. La scuola. La Protezione civile è andata tra i banchi, negli istituti. Un obiettivo affidato a un fumetto, per attrarre l’attenzione degli studenti sui temi della “prevenzione dei rischi naturali”. Così il Ministro Musumeci ha presentato “L’attimo decisivo”, a ottobre scorso, durante la sua visita alla scuola secondaria di primo grado Fratelli Bandiera di Roma, accompagnato dal Capo del Dipartimento Fabrizio Curcio.

Il fumetto è in distribuzione in tutte le scuole secondare di I grado d’Italia, con l’obiettivo di ampliare il pubblico della campagna di comunicazione nazionale “Io non rischio”, sensibilizzando le nuove generazioni sui temi di protezione civile. L’Attimo decisivo è una storia in 24 tavole in cui vengono raccontate le vicende di Samira, Carlo, Katja e Paolo, quattro ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni che si trovano ad affrontare le conseguenze di un terremoto, un’alluvione, un maremoto e un incendio boschivo e a dover compiere scelte decisive per salvare sé stessi e gli altri.

Narratore degli eventi, ma anche antagonista dei quattro ragazzi, è l’Equazione del rischio, un nemico potente e apparentemente invincibile che può essere contrastato solo grazie al potere della consapevolezza e della conoscenza delle buone pratiche di protezione civile, un “potere” che potenzialmente è a disposizione di tutti. “Quello che davvero fa la differenza di fronte a una situazione di pericolo è la consapevolezza dei rischi che possono interessare la propria casa, la scuola, la città in cui viviamo e la conoscenza di ciò che noi possiamo fare per ridurre il rischio e aumentare la sicurezza” così il Capo del Dipartimento ha inquadrato il progetto che ruota attorno al fumetto, sottolineando “Siamo qui oggi perché questa cultura diffusa della riduzione del rischio si costruisce giorno dopo giorno, senza aspettare che qualcosa succeda, e partire proprio da voi ragazzi e ragazze”.

Dalla scuola alla politica, il passo è breve e deve essere veloce. Il ministro Musumeci punta a contrastare un annoso problema italiano, il dissesto idrogeologico, colpevole di molte tragedie. Si è preso l’impegno di lavorare a un Testo Unico che presupporrebbe una parziale modifica del Codice dell’Ambiente, che ha fatto il suo tempo. E quindi la materia va elaborata in perfetta intesa con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, guidato dal collega Pichetto Fratin. Sui tempi, in modo trasparente, non possono essere assunti impegni perché “quella del mio dipartimento – dice – sarebbe una funzione di coordinamento. Ma c’è la volontà del governo ad operare in tal senso”.

È invece quasi pronto “un disegno di legge che mette ordine nella gestione della prevenzione e dell’emergenza sul dissesto idrogeologico, immaginando anche una Cabina di regia nella quale siano rappresentati i ministeri coinvolti, collocata presso la Presidenza del Consiglio. Un Disegno di legge che prevede maggiori poteri alle Autorità di bacino, almeno in termini di pianificazione. Non appena avremo il testo definitivo si tornerà sul tema”.  E ancora, il contatto con il volontariato, cruciale in questa missione.

Nell’ultimo incontro a Biella con i volontari di protezione civile Musumeci ha innanzitutto esaltato il “sistema policentrico” che caratterizza il settore, frutto di una felice intuizione, oltre trent’anni fa, di Giuseppe Zamberletti, che si può considerare il padre della moderna Protezione Civile”.

Uno dei componenti essenziali del sistema è proprio il volontariato organizzato. “Abbiamo preso atto – sottolinea il ministro Protezione civile – che il dato anagrafico del nostro volontariato non appare sufficientemente incoraggiante, nel senso che si registra una sempre maggiore presenza di iscritti in età matura e una ridotta adesione di giovani. Il fenomeno non va sottovalutato: va analizzato e vanno individuate le cause e le possibili soluzioni. Cosa che stanno facendo i nostri uffici al Dipartimento ed il relativo Comitato nazionale. Una prima considerazione, però, si può certamente avanzare: i giovani aderiscono solo se conoscono, se si lasciano attrarre da questa esperienza esaltante. È chiaro che essere volontari significa avere intanto una naturale propensione per il valore della solidarietà, la voglia cioè di offrire il proprio tempo libero e le proprie energie agli altri, a coloro che ne hanno bisogno. Partendo da questa precondizione, possiamo dire che serve una capillare campagna di comunicazione e di sensibilizzazione, dal Nord al Sud“.

E ancora, Musumeci e il Direttore della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, hanno lanciato “It-Alert” il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale attualmente in fase di sperimentazione. Il sistema é un servizio d’informazione diretta alla popolazione in caso di grandi rischi e gravi emergenze imminenti o già in corso. Dopo la fase di sperimentazione e una volta pienamente operativo, la Protezione civile prevede che “It-Alert” consentirà di raggiungere chiunque si trovi nei territori interessati dall’emergenza o dall’evento calamitoso, purché abbia lo smart-phone acceso e connesso alla rete di telefonia mobile, fornendo informazioni sulla situazione di pericolo reale o potenziale.

“Il sistema di allarme pubblico nazionale, la cui sperimentazione contiamo di concludere a breve – ha detto Musumeci – ha l’obiettivo fondamentale di sviluppare una cultura della prevenzione e di informare tutta la popolazione di un rischio imminente o di un disastro già in corso, in modo che ciascuno possa adottare i comportamenti richiesti dalla situazione per mettere in salvo se stesso, i propri familiari e chi ha vicino”.

É un “processo in divenire che richiede impegno, fatica e un passo dopo l’altro, ma punta a dotare la nostra Nazione di una protezione tecnologicamente avanzata pronta a scattare in caso di disastri di natura plurale: eventi sismici, idrogeologici, incendi, esondazioni, rotture di dighe o persino incidenti legati alla radioattività. Un passo avanti importante per la nostra comunità nazionale – ha concluso – anche se abbiamo ancora da fare molta strada, in collaborazione e coordinamento con gli altri Paesi europei”.

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