Mariangela Passiatore

Luce su un cold case di 48 anni fa: la ‘ndrangheta dietro la morte di Mariangela Passiatore

Moglie di un imprenditore milanese, la donna venne rapita e uccisa nella Locride. La traccia da un’ intercettazione: “Uccisa a bastonate”.

Reggio Calabria – A quasi cinquant’anni dal sequestro di Mariangela Passiatore, 44enne milanese rapita il 28 agosto 1977 a Brancaleone, in Calabria, emergono nuove tracce che gettano luce su un caso irrisolto, grazie alle indagini della Procura di Reggio Calabria guidata da Giuseppe Lombardo. La donna, moglie dell’imprenditore Sergio Paoletti, fu prelevata durante una cena insieme al marito e a una coppia di amici da cinque uomini armati, che la portarono via a piedi verso Bova Superiore, in Aspromonte. Mariangela, che soffriva di problemi psicologici e assumeva farmaci, sarebbe stata uccisa a bastonate dai sequestratori, descritti come “picciotti inesperti”, perché ritenuta “troppo nervosa”. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

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Il sequestro di Mariangela Passiatore sul quotidiano “Il Giorno”

Mariangela Passiatore, “era nervosa e assumeva farmaci”

Le indagini, culminate ieri in 97 arresti tra Reggio Calabria e altre 14 città, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due figure di spicco della ‘ndrangheta: Giuseppe Barbaro, detto “U Nigru”, e Michele Grillo. La svolta nelle indagini è arrivata da una conversazione intercettata di Grillo, che, parlando con Luca Scarinci, ammette il coinvolgimento in numerosi sequestri negli anni ’70, inclusi quelli organizzati con Barbaro. Grillo descrive il rapimento di una donna “nervosa” che assumeva farmaci, identificata dagli inquirenti come Mariangela Passiatore, e racconta di come fu uccisa a bastonate per le sue crisi. “L’hanno trovata che gridava”, dice, lamentando l’incapacità dei rapitori più giovani.

La ‘ndrangheta e la fabbrica dei sequestri

Le intercettazioni, decodificate grazie all’esperienza degli investigatori di Locri, hanno confermato il ruolo di Grillo nel sequestro, mentre per Barbaro gli elementi sono meno solidi. Un pentito, Agresta, parente acquisito di Grillo, ha riferito di dissapori tra i Grillo e i Barbaro legati a questo caso, ma il suo racconto è ritenuto dal gip poco affidabile per via di dettagli imprecisi. Entrambi gli indagati, ultrasettantenni, non sono stati arrestati, poiché il carcere non è considerato plausibile.

Il sequestro di Mariangela Passiatore si inserisce nel contesto dell’“industria” dei rapimenti della ‘ndrangheta negli anni ’70, un’attività che generava non solo denaro ma anche relazioni e favori. La Procura di Reggio Calabria, grazie alle intercettazioni e al lavoro investigativo, ha ricostruito un quadro coerente, ma il tempo trascorso e l’età avanzata dei presunti responsabili rendono improbabile una condanna. La verità sul destino di Mariangela sembra più vicina, ma la giustizia potrebbe arrivare troppo tardi.

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