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La lezione di Valditara agli studenti: “Bocciare chi occupa e danneggia”

L’opposizione insorge: “Oltre la repressione il nulla”. Ma il ministro tira dritto: “Dare segnale forte con provvedimenti disciplinari”.

Roma – “Chi occupa e danneggia la scuola va bocciato”. Parola del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che è intenzionato a dare una lezione agli studenti facinorosi. Serve ormai il pugno duro dello Stato contro i violenti tra i banchi di scuola. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’occupazione del liceo Severi Correnti di Milano che è durata appena tre giorni – dal 30 gennaio al 2 febbraio – ma che ha visto numerosi danni all’Istituto stimati in 70mila euro.

Il collettivo che aveva occupato l’istituto milanese aveva dato la colpa dei danneggiamenti ad alcuni vandali “esterni alla comunità scolastica”. Ma Valditara non ci sta: il bilancio dei danni è pesantissimo, come ricostruito dal ministro. “Se non si dà un segnale forte da un punto di vista disciplinare vuol dire che la scuola non risponde in modo serio. Chi fa questi atti di devastazione non ha, a mio avviso, capito il messaggio educativo della scuola” ha aggiunto sottolineando che “sarà comunque l’autonomia delle singole scuole a decidere”.

Così il ministro dell’Istruzione dalle parole vuole passare ai fatti: “Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa gli istituti scolastici, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati. Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni. Questa è una mia riflessione personale: credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo”.

Il liceo Severi Correnti di Milano

Contro l’idea di Valditara insorge – ovviamente – l’opposizione. Secondo il ministro qualunque studente partecipi ad una manifestazione all’interno di un istituto dovrebbe essere bocciato a prescindere dalla sua eventuale responsabilità nel danneggiamento della scuola”, afferma la vicepresidente del gruppo M5S Senato Alessandra Maiorino, bollando la posizione del titolare dell’Istruzione come “inaccettabile”, perché “ha l’unico intento di creare un clima di paura e di repressione preventiva del dissenso”.

Ad onore del vero però, Valditara scagiona chi dimostra di non essere complice nei danneggiamenti, perché gli atti di vandalismo non sono ammessi né fuori né dentro la scuola. L’accusa mossa al ministro – soprattutto dall’area dem e grillina – è di avere un atteggiamento “troppo repressivo”. “Rigettiamo la visione a senso unico di Giuseppe Valditara di una scuola fondata esclusivamente sulla repressione, sulla punizione e sulla coercizione”, tuonano gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera e al Senato.

“Nessuno giustifica in alcun modo il danneggiamento degli istituti, ma dalle parole del ministro – insistono – traspare il malcelato intento di reprimere il dissenso in maniera indiscriminata, introducendo un clima ostile con l’obiettivo di incutere negli studenti la paura della protesta. Da Valditara oltre la repressione c’è il nulla. Nessun impegno per il sostegno psicologico, tagli e indebolimento della rete scolastica. Non è sano che un ministro si esprima solo per incutere timore agli studenti minacciando sanzioni. La scuola è il luogo del pensiero critico, non del pensiero unico che vorrebbe Valditara”.

In realtà sono molte le criticità nella scuola che il responsabile dell’Istruzione sta affrontando: aumento della violenza e delle aggressioni degli studenti agli insegnanti, disobbedienza degli alunni e pure dei loro genitori. In uno degli ultimi question time ha dovuto rispondere a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire la libertà di espressione degli studenti, alla luce di una vicenda relativa a sanzioni disciplinari verificatasi presso l’istituto ‘Jacopo Barozzi’ di Modena. E anche sulle iniziative in relazione all’aumento degli episodi di violenza a danno degli insegnanti e del personale scolastico.

L’aggressione di uno studente ai danni di un professore

Oltre l’inasprimento delle pene, per chi aggredisce il personale scolastico, ha replicato Valditara, “sono convinto che si debba introdurre una ulteriore, specifica sanzione risarcitoria – che stiamo elaborando insieme con il ministro Nordio – per il danno reputazionale che le scuole ricevono dall’aggressione dei propri dirigenti scolastici, dei propri docenti o del personale in generale: perché è evidente che chi aggredisce un dipendente della scuola aggredisce lo Stato, minando, nel profondo, la credibilità e l’autorevolezza dell’istituzione”.

E ancora, nelle aree particolarmente a rischio il ministro immagina una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole. Nell’ultimo anno scolastico i dati sull’aumento di aggressioni nei confronti degli insegnanti sono allarmanti: 36 casi nel 2023, e altri 27 negli ultimi mesi. Ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei famigliari c’è già un aumento del 111 per cento; in calo dell’11 per cento invece quelle da parte degli studenti.

Una situazione che appare fuori controllo e su cui occorre agire. Se è vero che la scuola è lo specchio della società e che qui si imparano i valori di convivenza, legalità e educazione, emerge un disagio giovanile sempre più evidente. È tempo di investire in educazione per guardare oltre, per ritrovare quel cammino di sviluppo che sembra essersi perduto nei lunghi anni in cui hanno prevalso individualismo e populismo e che deve fondarsi sui valori definiti nella nostra Costituzione. La parola d’ordine è educare.

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