Via libera alla proposta presentata dal deputato Igor Iezzi, che riaccende la polemica sul trattamento per pedofili e stupratori.
Roma – La battaglia della Lega sulla castrazione chimica contro pedofili e stupratori torna in auge. Non solo nel dibattito che su questa questione è stato spesso controverso, ma con un passo avanti rispetto al passato. Il governo ha accolto l’ordine del giorno al ddl Sicurezza, all’esame dell’aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l’esecutivo ad “istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico” ad hoc.
Un tavolo che valuti, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva”. Un’apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: “Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili”.
Le opposizioni, ca va sans dire, sono insorte. “Con buona pace di Forza Italia il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega”, attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a “una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali”. Da Avs si accusano i leghisti di una “vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni”. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha dichiarato: “La violenza sessuale è un reato odioso per cui, così come per tutti i reati, va garantita certezza della pena ma arrivare come fa la Lega a tornare a proporre la castrazione chimica, addirittura con un tavolo ad hoc, è inaccettabile e incostituzionale”.
Ma Salvini va dritto e cavalca la sua storica battaglia. “Copiare altri Paesi europei ed occidentali che per pedofili e stupratori hanno in vigore la castrazione chimica, mi sembra un passo in avanti verso la civiltà”, afferma il vicepremier. Perché in effetti, in Europa, la castrazione chimica è già in Germania, Francia, Regno Unito, Belgio, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Estonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Islanda. In questi Paesi, il trattamento è generalmente volontario e reversibile, mirato a ridurre il desiderio sessuale attraverso terapie ormonali. La castrazione chimica, a partire dagli anni ’60 si è progressivamente sostituita, alla più invasiva e irreversibile castrazione fisica o chirurgica, di cui è diventata l’alternativa.
Sono solo due i Paesi europei, Repubblica Ceca e Germania, in cui si è fatto ricorso alla castrazione chirurgica in anni recenti, secondo il rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa. Ma in cosa consiste quella chimica? E’ un trattamento farmacologico che mira a ridurre il desiderio sessuale attraverso l’uso di farmaci che abbassano i livelli di testosterone. Questo trattamento è generalmente volontario e reversibile, e viene utilizzato come misura per prevenire la recidiva in individui condannati per reati sessuali. La castrazione chimica non comporta interventi chirurgici e i suoi effetti cessano una volta interrotto il trattamento.