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La guerra alle notizie bufala è una bufala: nemmeno un euro stanziato per la riforma

Con l’Intelligenza artificiale le “fake news” diventano “deep fake”, più raffinate e pervasive perché utilizzano le immagini. E gli italiani ammettono di non saper distinguere l’informazione vera da quella fasulla.

Roma – Fake news e Intelligenza Artificiale: il rischio è di diventare pappa e ciccia! Da quando Internet è entrata nelle nostre vite è cresciuto il rischio delle fake news, una volta definite bufale, ovvero notizie false fatte passare per veritiere e senza controllarne le fonti. Il problema è diventato talmente serio che il Parlamento Europeo ha approvato, il 13 marzo scorso l’AI Act, che passerà alla storia come il primo regolamento globale sull’intelligenza artificiale (IA).

Con questa direttiva l’Unione Europea (UE) spicca come pioniera nella normativa di questa tecnologia rivoluzionaria, superando le altre grandi potenze mondiali. L’obiettivo è proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio. Quando si tratta di istituzioni nazionali o internazionali il panegirico è d’uopo, tanto per utilizzare un termine politico-burocratico! Sul solco tracciato dall’UE, si è inserito il governo italiano, approvando il 23 aprile scorso un disegno di legge (ddl) per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di IA in continuità con l’AI Act. Applausi, lodi sperticate e peana della stampa mainstream hanno blandito l’atto governativo.

Senza evidenziare, l’aspetto sostanziale della questione, ovvero che non si debbano produrre, come specifica il testo “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Una dimenticanza non da poco, per una stampa che dovrebbe raccontare i fatti. Le fake news hanno trovato il loro humus ideale nell’estremizzazione degli argomenti, dalla politica all’immigrazione, dalla guerra al terrorismo. E’ come se si formassero delle tribù nascoste che in modo fanatico parteggiano per un’idea. L’Italia, poiché non ci facciamo mancare nulla, si… distingue per essere la prima in Europa per produzione di bufale. Forse perché siamo il maggior Paese esportatore di… mozzarella di bufala e tra l’animale e la falsa notizia facciamo una gran confusione! Oltre a produrle, siamo un popolo di creduloni, tanto che secondo il Censis -istituto di ricerca sociale- nel suo Rapporto sulla comunicazione ha rilevato che il 76,5% degli italiani ha confessato di “non essere in grado di distinguere una fake news da una notizia vera”.

L’avvento dell’IA ha esacerbato un fenomeno in essere, rendendole verosimili, raffinate e credibili e trasformandole in deep fake. Si tratta di una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’IA, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con materiale originale, tramite una tecnica di apprendimento automatico, definita rete antagonista generativa. E’ stata anche usata per creare falsi video pornografici e per il reveng porn, la ripugnante diffusione di immagini intime senza il consenso della vittima. Inoltre, per creare fake news, truffe, per atti di cyberbullismo o altri crimini informatici di varia natura. Uno scenario quasi apocalittico, presente, finora, solo nella fervida fantasia degli autori di distopie sociali.

Il nostro Paese è maggiormente vulnerabile in quanto sconta un forte ritardo digitale. Infatti nelle classifiche stilate dall’OCSE, siamo in zona retrocessione. Per la cronaca l’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è un organismo internazionale di studi economici per i paesi membri che hanno in comune un sistema di governo democratico ed un’economia di mercato. Alla fine della giostra, il fatto che il nostro governo abbia dichiarato: “Bambole non c’è una lira (euro)” -programma televisivo di varietà della Rai in onda nel 1977, che narrava le vicende comiche di una squattrinata compagnia teatrale-è la conferma di una riforma solo a parole, tanto non …costa nulla in tutti i sensi, sia perché verba volant, sia perché il… piatto piange. Una vera e propria… fake news!

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